“TikTok è la vetrina delle mafie: si fanno vedere ricchi, firmati, con tanti soldi e dicono ‘noi siamo il nuovo modello, vuoi diventare come noi?’“. Lo ha detto il capo della Procura di Napoli Nicola Gratteri intervistato a ‘Timeline’ su Rai 3.
Napoli, il procuratore Gratteri e i pericoli di TikTok
“I giovani non strutturati si trovano avviluppati e pensano che quello sia il loro futuro. I social per i mafiosi sono una sfida alle istituzioni, un’esternazione di arroganza“. Lo ha detto il capo della Procura di Napoli Nicola Gratteri intervistato a ‘Timeline’ su Rai 3.
Parlando poi di come sia percepita la giustizia dai cittadini Gratteri ha affermato che “la gente spesso non denuncia perché non si fida: spesso noi come forze dell’ordine e come magistrati non siamo credibili, non riusciamo a trasmettere fiducia, è un problema soprattutto nostro”.
Gratteri non va al mare da 30 anni
“Non vado al mare da 30 anni. Per resistere bisogna credere che ciò che fai serve: per migliaia di persone sei l’ultima spiaggia, allora resisti a qualsiasi privazione”. Lo ha detto il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, intervistato durante la trasmissione ‘Timeline’ su Rai 3 da Marco Carrara.
Gratteri vive sotto scorta da 35 anni. “Io penso che per poter resistere bisogna credere che quello che fai serve, altrimenti non resisti nemmeno una settimana. Cioè tu devi discutere qualsiasi movimento, anche 10 metri, lo devi ragionare, lo devi concordare. Certo, non puoi andare a teatro, non puoi andare al cinema, non puoi andare al mare. Perchè altrimenti metteresti in pericolo anche gli altri che ti stanno attorno. Penso che da trent’anni non vado al mare ma tutte queste cose le superi solo se sei convinto che stai facendo qualcosa di utile e perchè ci sono migliaia di persone per le quali tu sei l’ultima spiaggia. Allora – ha aggiunto Gratteri – tu non puoi tradire, non puoi mollare e quindi resisti a ogni privazione. Puoi stare anche un anno sotto una pietra se sei convinto che quello serve altrimenti non ce la fai”.
