Cronaca

Omicidio Pasquale Izzi, la polizia effettua cinque arresti

NAPOLI. Stamane, la polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 5 soggetti, esponenti del clan camorristico dei “Lo Russo”, operante nei quartieri di Miano, Piscinola e Chiaiano, ritenuti responsabili, di omicidio, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, delitti aggravati dall’art. 7 legge 203/91.

Le indagini

Le indagini della Squadra Mobile partenopea, coordinate dalla Dda – riferisce il quotidiano Il Mattino – hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Antonio Buono, nato a Napoli il 6 gennaio 1990, Marco Corona, nato a Napoli l’8 giugno1986, Tommaso D’Andrea, nato a Napoli l’11 settembre 1973, Salvatore Freda, nato a Napoli il 14 maggio 1971, Ciro Perfetto, nato a Napoli il 14 febbraio1996, responsabili dell’omicidio, consumato il 29 marzo 2016, del 57enne Pasquale Izzi. Per lo stesso omicidio la Squadra Mobile nell’aprile 2016 aveva eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del mandante Carlo Lo Russo, della moglie Anna Serino, del nipote Domenico Cerasuolo e di due esecutori materiali, Luigi Cutarelli e Mariano Torre.

Tutti gli indagati sono stati giudicati e condannati in primo grado con il rito abbreviato. Le dichiarazioni del capoclan Carlo Lo Russo e soprattutto del suo uomo di fiducia Mariano Torre, che di recente ha maturato la scelta di collaborare con la giustizia, riscontrate dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile, hanno consentito di far piena luce sul movente del delitto e sugli altri concorrenti nella fase esecutiva, destinatari del provvedimento restrittivo eseguito questa mattina. Ciro Perfetto e Antonio Buono hanno già riportato condanna per il reato di cui all’art. 416 bis c.p., oltre che per omicidio (entrambi per l’omicidio di Gennaro Cesarano, e Ciro Perfetto anche per l’omicidio di Pietro Esposito). Marco Corona, Tommaso D’Andrea e Salvatore Freda erano invece già sottoposti a misura cautelare in virtù di un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita lo scorso 20 novembre.

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