Cronaca

Orrore al Parco Verde di Caivano: bambine violentate da un branco

Due bambine, cuginette di 13 anni, violentate più volte da un branco di coetanei in un capannone nel Parco Verde di Caivano, complesso di edilizia popolare diventato una delle piazze di spaccio più grandi di Italia. Il Parco Verde è spesso teatro di crimini.


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Orrore al Parco Verde di Caivano: violentate due bambine

Il Parco Verde di Caivano, dove spesso vengono eseguiti blitz antidroga, è già stato teatro di episodi di cronaca nera che hanno scosso la comunità. Nel 2013 il piccolo Antonio, 4 anni, morì misteriosamente precipitato dal balcone di un palazzo. Mentre nel 2014 morì anche Fortuna Loffredo, 6 anni, violentata e fatta cadere da un terrazzo all’ottavo piano.

Qui, si è consumato l’ennesimo caso di violenza sessuale ai danni di due bambine. Le due cuginette sono state abusate all’interno di un capannone poco lontano dai luoghi frequentati da spacciatori e tossicodipendenti.

Parco Verde di Caivano: tra le piazze di spaccio più grandi

Il Parco Verde di Caivano è nato per dare una casa agli sfollati del terremoto del 1980, ma con il passare del tempo è diventato una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa.

“Qua dentro le piazze di spaccio non si contano. In un quartiere abitato da circa 6mila persone, compresi i bambini, sono oltre 600 quelle che vivono di traffico di stupefacenti,” spiega a VICE News Bruno Mazza, responsabile dell’associazione Un’infanzia da vivere, nata nel 2008 per stare vicina ai bambini del Parco Verde e per fornire loro un percorso di vita alternativa.

In questa zona di Caivano la spaccio di droga è all’ordine del giorno: “Da qui partono corrieri per ogni città d’Italia, mentre la gente si buca ogni giorno, quasi per abitudine. Con 15 euro riesci a mettere assieme una dose di eroina che poi vai a iniettarti qua di fronte, nei campi coltivati.” prosegue nella sua intervista a a VICE News Bruno Mazza che racconta anche di aver raccolto in un solo giorno 650 siringhe utilizzate dai tossicodipendenti.

Fortuna Loffredo, violentata e uccisa a soli 6 anni

Il 24 giugno 2014, fu trovato il corpo di Fortuna Loffredo, una bambina di 6 anni precipitata dall’ottavo piano del palazzo dove abitava.

Le indagini della procura di Napoli Nord, coordinate dal procuratore Francesco Greco, portarono all’arresto di Raimondo Caputo, un vicino di casa della famiglia Loffredo, accusato di continui atti di violenza e pedofilia nei confronti della piccola Fortuna nonché del suo omicidio.

La piccola, secondo i pm, si era ribellata alle ennesime violenze di Caputo. Il quale, perdendo la testa, l’avrebbe presa in braccio e scaraventata giù dal balcone di casa.

Il caso di Antonio Gigli

Un anno prima, il 27 giugno 2013, un altro bambino di quattro anni, Antonio Giglio, cadde dal balcone di casa sua al settimo piano, nello stesso palazzo di Fortuna. La madre di Antonio, Marianna Fabozzi, era la compagna di Raimondo Caputo, che venne accusato anche di violenze sessuali nei confronti di una figlia della stessa Fabozzi.

La bambina di soli tre anni, sorella di Antonio, era costretta “a subire atti sessuali in presenza della madre, la quale sebbene a conoscenza dei comportamenti assunti dal convivente ai danni della bimba, non li impediva, omettendo altresì di denunciarli”, come scrive la procura di Napoli Nord.

“Solo in quel palazzo lì ci sono 32 famiglie, due bambini morti e quattro persone arrestate per pedofilia,” sintetizza Bruno Mazza.

Al Parco Verde muore quasi un ragazzo l’anno

Come riferisce Bruno Mazza, dal 1986 al 2016 nel rione sono morti 32 ragazzi, la maggior parte per overdose. “Altri invece sono morti con un proiettile in corpo – spiega Mazza Il 13 ottobre 2014 viene ucciso un ragazzo di 25 anni, Emilio Solimene, con precedenti per spaccio. Pochi mesi prima, l’8 agosto, la vittima è un pregiudicato di nome Gennaro Amaro, 51 anni, condannato a dodici anni di carcere per traffico di stupefacenti e detenzione abusiva d’armi.

Il commento del parroco Maurizio Patriciello sulle bambine violentate

“Abbiamo abdicato alla fatica dell’educare” commenta don Maurizio Patriciello, parroco del parco Verde di Caivano. Patriciello si dice addolorato dopo aver aver appreso la storia delle due bambine di 13 anni violentate dal branco.

“Di questa vicenda se ne parlerà per qualche giorno, forse per qualche settimana ma poi queste due povere ragazze si porteranno dentro questo trauma per tutta la vita, vivranno questo dolore con le loro famiglie”, prosegue don Maurizio.

“Se ci sono femminicidi, se ci sono casi di violenza brutale, che avvengono sia in quartieri degradati sia in quelli più agiati vuol dire che noi abbiamo sbagliato, abbiamo deciso di non educare”, aggiunge don Patricello.

A proposito del Parco Verde il sacerdote afferma: “Mi dispiace dirlo ma questo è un quartiere che non doveva mai nascere: qui sono state ammassate tutte le povertà. E poi cosa si è fatto?”. Il sacerdote rivolge infine anche un pensiero ai presunti strupratori. “Sono vittime della povertà educativa” e poi lancia l’allarme: “La pornografia è ormai una vera emergenza. Ma cosa si fa?”.

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