Inchiesta

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Poggiomarino | La storia e i protagonisti, il clan Giugliano

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Poggiomarino?

L’organizzazione criminale più potente del mondo è la camorra.

A dichiararlo è la Dia, il Reparto di Investigazione di massimo livello, la cui relazione 2023 aggiornata è stata di recente pubblicata dal Ministero dell’Interno. Le indagini svolte su oltre 200 famiglie di camorra hanno permesso di identificare migliaia di affiliati operanti in Campania, in altre regioni italiane e nazioni. Inoltre, la camorra, presente in diversi continenti, fattura annualmente centinaia di migliaia di milioni di euro. Il resoconto che segue riguarda il più potente clan di Poggiomarino, il clan Giugliano.

Camorra: il clan più potente della zona di Poggiomarino, il clan Giugliano, la storia

Il clan Giugliano, capeggiato da Rosario Giugliano, detto ‘o minorenne, venne fondato tra gli anni ‘90 e gli anni 2000. A seguito di vicende giudiziarie, dopo aver trascorso un lungo periodo di detenzione, il boss Rosario Giugliano, nel 2016, tornò in libertà, a Poggiomarino, suo paese d’origine. Per tutto il tempo trascorso in carcere, ‘o minorenne, continuò comunque a coordinare le attività del clan, attraverso la compagna, la lady boss Teresa Caputo, che faceva da portaordini del ras agli affiliati ancora a piede libero.

Rosario Giugliano - 'o minorenne
Rosario Giugliano – ‘o minorenne

Gli ordini attraverso la compagna

Rosario Giugliano, nel ruolo di vertice e promotore, operava insieme ai suoi più diretti fiduciari. Organizzatori e sovrintendenti alle attività illecite nel campo delle estorsioni e del commercio delle sostanze stupefacenti erano, Alfonso Manzella e Cristian Sorrentino. In posizione subalterna, c’erano Antonio e Salvatore Iervolino, che facevano da collegamento tra i vertici del gruppo e gli altri componenti del clan dediti al controllo del territorio ed al commercio dei narcotici. Giovanni Orefice, Giuseppe Nappo e Domenico Gianluca Marano, erano invece il braccio armato del clan, si occupavano delle azioni “militari”, agguati ed atti intimidatori.

La scarcerazione del boss Rosario Giugliano

Nel 2016, ‘o minorenne, venne scarcerato e, consapevole del fatto che da anni, su Poggiomarino, all’apice del comando ci fosse ‘o savariello e il suo gruppo, ossia, l’omonimo clan Giugliano antagonista e guidato dal figlio Giuseppe Giuliano Giugliano, Rosario Giugliano decise che fosse arrivato il momento di spodestare ‘o savariello, e di cacciare il suo clan dal territorio di Poggiomarino. Il progetto de ‘o minorenne era quello di potenziare il clan autoctono creato, con un massiccio esercito di fedelissimi ed esperti affiliati, per affermare il controllo totale sul territorio con la propria autonomia, le proprie alleanze, affari e i propri spazi criminali. I due clan, a parte l’omonimia, non avevano nessun tipo di legame né di parentela né di nessun’altro tipo. L’unica cosa che avevano in comune, era lo stesso obiettivo, annientare l’altro gruppo. Iniziò, cosí, un violentissimo scontro. La nuova entità criminale, Il clan Giugliano del boss Rosario Giugliano, contro il già presente clan omonimo sul territorio, del boss Nicola Giugliano. Tigre contro tigre.

I clan Giugliano su Poggiomarino: omonimi e acerrimi nemici

A Poggiomarino, da molto tempo prima della scarcerazione de ‘o minorenne, c’era l’omonimo clan Giugliano de ‘o savariello, con radici a Palma Campania e legato al clan Fabbrocino. Nicola Giugliano, iniziò la sua “carriera criminale” come storico sicario del clan Galasso, poi, venne promosso a capo zona su Palma Campania e Poggiomarino dal boss Mario Fabbrocino. Sia il boss Nicola Giugliano, che il boss Rosario Giugliano, trascorsero in carcere, un periodo, da dove continuavano a gestire i corrispettivi clan. Mentre il boss Rosario Giugliano, continuava a comandare il clan dal carcere, comunicando con gli affiliati all’esterno, attraverso la compagna, Teresa Caputo, il boss Nicola Giugliano, ad un certo punto, passò il comando del clan nelle mani del figlio Giuseppe Giuliano Giugliano.

I clan Giugliano antagonisti: le alleanze criminali

Rosario Giugliano sapeva di dover fortificare il suo clan, creando alleanze. E realizzò una rete di fornitori, killer, faccendieri e diversi altri appoggi criminali. Iniziò con lo stringere un’alleanza con il clan Batti di San Giuseppe Vesuviano e con gruppi criminali dell’agro nocerino sarnese, in particolare con il clan Ferraiuolo di Pagani e con il potente clan Moccia di Afragola. Dopo aver creato un “Sistema”, delle alleanze basate sul rispetto e la fiducia, con clan di notevole potenza, il clan Giugliano de ‘o minorenne, divenne un cartello solido, con un sostegno militare possente.

Questo permise al clan di poter fare affari di milioni di euro, ma soprattutto di conquistare Poggiomarino e le zone limitrofe. Si faceva largo nella mente del boss, ‘o minorenne e dei suoi alleati la visione della riconquista e dell’espansione. La presenza di questo nuovo clan, che si aggirava nelle strade che sino ad allora erano state territorio de ‘o savariello e di suo figlio Giuseppe Giuliano Giugliano, scatenò una violenta reazione da parte di quest’ultimi, che diede inizio ad una faida. Numerosi furono gli agguati, ma particolarmente noto fu l’agguato messo in atto dai killer del clan di Rosario Giugliano ai danni del gruppo Giugliano antagonista, davanti alla “caffetteria di proprietà di Giuseppe Giuliano Giugliano”, che avvenne sabato 11 marzo 2017, in pieno centro a Poggiomarino, con spari d’arma da fuoco esplosi ad altezza d’uomo. Il commando agì con lo scopo di ridimensionare la figura criminale di Giuseppe Giuliano Giugliano, convinto che fosse all’interno del bar.

Il traffico di stupefacenti

Il boss Rosario Giugliano riuscí a riprendere possesso delle principali piazze di spaccio, a creare una fitta rete di spaccio di cocaina e marijuana. Con un solido accordo, i rifornimenti arrivavano dal clan Formicola di San Giovanni a Teduccio, gestiti da Giovanni Urio e suo figlio Pasquale e dalla famiglia Batti. Il trasporto e lo smercio delle sostanze stupefacenti avveniva mediante una “ragnatela” di pusher anche nella Piana del Sele e nel Cilento, attraverso persone insospettabili, come Giuseppe Mingo, guardia giurata, Giuseppe Del Regno, titolare di una pizzeria e Antonietta Cioffoletti addetta presso un’impresa di pulizie. A seguito di un blitz antidroga delle Forze dell’Ordine, furono sequestrate ingenti quantitativi di marijuana e di hashish, tenuti nascosti anche da alcune donne e minorenni in qualità di custodi dello stupefacente da smerciare.

Il clan Giugliano de ‘o minorenne e la complicità del figliastro cantante, “Zuccherino”

Rosario Giugliano, sottoposto alla sorveglianza speciale, aveva spostato l’asse dei traffici illeciti a Pagani, avvalendosi della complicità del figliastro Alfonso Manzella, in arte “Zuccherino”, cantante neomelodico. Alfonso Manzella, attraverso le proprie canzoni, reclutava nuove leve e lanciava insulti verso Forze dell’Ordine e magistratura.

Alfonso Manzella in arte Zuccherino
Alfonso Manzella in arte Zuccherino

Il clan Giugliano de ‘o savariello: Giuseppe Giuliano Giugliano e i contatti con le ‘ndrine

Il clan di Giuseppe Giuliano Giugliano, per l’approvvigionamento di sostanze stupefacenti, creò un canale con la ‘Ndrina dei Pesce-Bellocco della Piana di Gioia Tauro, dalla quale si riforniva di marijuana attraverso, Giosafatte Giuseppe Elia. Le sostanze stupefacenti venivano trasportate e custodite da incensurati insospettabili come Francesco De Michele e Adriano De Filippo, i quali utilizzavano furgoni di copertura per la distribuzione del caffè, come mezzi per trasportare gli stupefacenti.

Il riciclaggio del denaro “sporco”

Le indagini patrimoniali effettuate dalle Interforze dello Stato nei confronti degli indagati, poi finiti in manette a seguito dei blitz messi in atto nei confronti di entrambi i clan antagonisti, fecero in modo di individuare i metodi per riciclare i soldi “sporchi”. Venivano effettuati investimenti in numerose aziende anche al dì fuori dei confini regionali. Le indagini patrimoniali che furono fatte dalle Forze dell’Ordine, che comprendevano i nuclei familiari degli indagati di entrambi i clan,  consentirono di evidenziare l’effettiva sussistenza di disponibilità economica e di flussi monetari di investimenti, anche immobiliari. Le Interforze dello Stato, verificarono sproporzionati i redditi dichiarati. Documentando le disparità risultanti al momento di ogni singolo acquisto e quelle maturate negli anni.

Poggiomarino - quartieri popolari

I sequestri effettuati dalle Interforze dello Stato

A seguito delle Operazione delle Interforze dello Stato nei confronti del clan Giugliano del boss Rosario Giugliano e contemporaneamente del clan Giugliano di Giuseppe Giuliano Giugliano, sono stati effettuati sequestri ad entrambi gli omonimi clan in conflitto. Sulla base delle risultanze investigative, è stato pertanto emesso un decreto di sequestro preventivo relativamente a beni mobili di lusso, 7 automobili e 3 motociclette di grossa cilindrata. Immobili di lusso, 14 appartamenti, 8 terreni, 88 rapporti finanziari e 8 polizze assicurative, diverse imprese e aziende, 5 quote di capitale sociale nonché i beni aziendali e strumentali di 13 società, per un valore complessivo stimato di circa 50 milioni di euro. Inoltre, nei covi de ‘o minorenne sono stati sequestrati 60 chili di esplosivo, che sarebbero serviti per fare fuori tutti gli uomini de ‘o savariello.

Gli arrestati a seguito dei blitz nei confronti di entrambi i clan: nomi, cognomi, anno di nascita, posizione giuridica, posizione da eseguire

  • Rosario Giugliano – classe 1961 – diventato collaboratore di giustizia – Sorvegliato speciale di Polizia di Stato – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – In carcere.
  • Teresa Caputo – classe 1968 – Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Antonio Iervolino – classe 1976 – Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Alfonso Manzella – classe 1986 – Misura cautelare grave – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Cristian Sorrentino – classe 1993 – Misura cautelare grave – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Tommaso Salvatore Iervolino – classe 1977 – Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Giovanna Orefice – classe 1974 – Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Giuseppe Nappo – classe 1985 –

Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Gianluca Domenico Marano – classe 1985 – Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Luigi Fontanella – classe 1987 – Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Domenico Viesti – classe 1965 – Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Mario Nappo – classe 1990 –

Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Michele Iervolino –  classe 1989 – Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Domenico Sepe –  classe 1990 – Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Carmine Vastola – classe 1990 –

Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Antonio Nappo –  classe 1986 –

Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Bruno D’Avino – classe 1997 –

Già detenuto – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Giuseppe Mingo – classe 1988 –

Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Giuseppe Del Regno – classe 1990 –

Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Antonietta Cioffoletti – classe 1963 –

Libero – Incensurata – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Giovanni Urio – classe 1963 –

Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Pasquale Urio – classe 1987 –

Libero – Incensurato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Giuseppe Giuliano Giugliano – classe 1991 – Libero – Incensurato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Francesco De Michele – classe 1988 –

Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

  • Giosafatte Giuseppe Elia – classe 1974 – Misura cautelare grave – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.
  • Adriano De Filippo – classe 1992 –

Libero – Pregiudicato – Ordinanza di custodia cautelare – in carcere.

Relazione Dia

Dalle indagini effettuate dalla Dia e riportate nella versione aggiornata 2023, pubblicata dal Ministero dell’Interno, nel comune di Poggiomarino il clan egemone è il clan Giugliano del reggente Rosario Giugliano. È stato accertato che nonostante la quasi totalità dei personaggi apicali del gruppo, e nonostante l’ex boss ‘o minorenne, abbia deciso di diventare collaboratore di giustizia, la lady boss Teresa Caputo, compagna di Rosario Giugliano, congiuntamente a una nuova generazione di ras, che è riuscita a preservare le alleanze e la rete di contatti, continua ad avere ottimi partner militari e soci con i quali fare proficui affari.

Poggiomarino piazza
Poggiomarino piazza

Questa capacità di continuità nei rapporti, garantisce al clan Giugliano de ‘o minorenne di mantenere il controllo sul territorio di Poggiomarino, nonostante i duri colpi ricevuti dalle Interforze dello Stato e nonostante lo stesso boss fondatore sia passato dalla parte della giustizia. Quello che si è venuta a verificare è una scissione, ma solo dallo storico boss fondatore. Il “Sistema” che venne creato all’inizio, l’essenza fondatrice del clan è la stessa, come le alleanze e i fornitori, è cambiata solo la generazione dei componenti. La relazione Dia, in riferimento al clan Giugliano de ‘o savariello, invece, conclude che lo storico clan Giugliano è stato così indebolito dagli scontri con il gruppo antagonista e dagli interventi delle Forze dell’Ordine che è stato soppiantato dalla nuova generazione del clan Giugliano de ‘o minorenne, il “ribattezzato” clan Giugliano 2.0 di Poggiomarino.

Poggiomarino operazione Carabinieriei
Poggiomarino operazione Carabinieri

Il clan Giugliano de ‘o minorenne, oggi

Con il boss fondatore del clan Giugliano, ossia, Rosario Giugliano, detto ‘o minorenne, diventato collaboratore di giustizia e, quasi tutti i vertici del gruppo in carcere, nonché i durissimi colpi ricevuti dalle Interforze dello Stato, ci si sarebbe aspettato uno smantellamento totale del clan. Ma una notevole forza di riscatto che da decenni pervade i camorristi “originari” di Poggiomarino e il loro desiderio di essere loro stessi a comandare sul proprio territorio, ha creato una discendenza di camorristi “nativi”.

Nuovi ras, nuovi affiliati, devoti e fermamente convinti a portare avanti l’idea del clan autoctono, sfruttando le alleanze e le reti create dal boss Rosario Giugliano, dai suoi affiliati, dalla compagna lady boss, Teresa Caputo e dal ras “Zuccherino”.

Poggiomarino blitz delle Forze Armate

Il clan si è completamente rigenerato e, come una fenice è rinata dalle proprie ceneri, utilizzando lo stesso nome, Giugliano, che per distinzione e vanto si è evoluto in clan Giugliano 2.0. o clan dei “Poggiomarinesi”, anche se quest’ultimo nome è usato solo tra gli affiliati. I danni subiti dal clan Giugliano de ‘o savariello  sono stati così ingenti che abbandonare gli affari su Poggiomarino è stato necessario. Infine, con capacità di rigenerazione e potenziamento così sviluppati, il clan di camorra più potente di Poggiomarino è il clan Giugliano, gruppo discendente de ‘o minorenne e ribattezzato, clan Giugliano 2.0.

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

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