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Santo del giorno 19 febbraio, oggi si celebra Corrado Confalonieri

Santo del giorno 19 febbraio, Corrado Confalonieri (Calendasco, 1290 – Noto, 19 febbraio 1351) fu un penitente, terziario francescano e pellegrino, condusse una vita anacoretica, da eremita; è venerato come santo dalla pietà popolare, è un beato per la Chiesa cattolica. c

Santo del giorno 19 febbraio, oggi si celebra Corrado Confalonieri

Corrado nacque a Calendasco nel 1290. Discendeva dalla nobile casata dei Confalonieri che, oltre ad abitare in Piacenza, avevano vasti feudi assegnati loro quale privilegio, per essere una famiglia guelfa fedele alla Chiesa discendente dagli Obertenghi[1].

Nei dintorni del paese, in una zona fitta di boscaglie (la tradizione parla di Case Bruciate, vicino a Carpaneto Piacentino – anche se recenti studi indicano una nuova località sita tra San Nicolò, frazione di Rottofreno, e Calendasco – e questa vasta area agricola di circa 200 pertiche piacentine è chiamata col nome di ‘La Bruciata’), Corrado si trovava a caccia con una compagnia di amici e familiari.

Quel giorno la caccia non diede buon esito e Corrado ordinò di appiccare il fuoco alle sterpaglie per stanare la cacciagione ma, complice il forte vento, il fuoco in un attimo bruciò tutto ciò che incontrava, tra cui boschi, case e capanne. Spaventati e impotenti di fronte a questo evento, Corrado e i suoi scappano verso casa, decisi a non far trapelare la verità.

Non appena la notizia si propagò in città, si credette che l’incendio fosse stato appiccato dai Guelfi per colpire l’attuale governanza ghibellina e subito si scatenò la caccia al responsabile, che venne individuato in un povero contadino. La notizia della condanna colpì l’animo di Corrado, che non riusciva a darsi pace per quello che era successo a causa sua. Non esitò quindi ad interrompere il corteo punitivo e a chiedere udienza al Signore di Piacenza, al quale dichiarò la propria colpevolezza, subendo la pesantissima pena della confisca di tutti i terreni per risarcire il danno fatto (in quanto nobile, evitò le punizioni corporali).

 

Fu così che Corrado, in accordo con la moglie Giovannina, decisero entrambi di votarsi alla religione: lui francescano terziario, lei clarissa. Nel progredire nel suo stato religioso ebbe modo di riflettere sulla sua scelta fino a prendere la decisione di lasciare Piacenza e tutte le cose materiali per dedicarsi alla propria anima e alle cose eterne, così che, intorno al 1315, lasciò la città.

 

Nel suo lungo peregrinare, eremita itinerante secondo la tradizione francescana, Corrado attraversò l’Italia verso sud, pregando sulle tombe degli Apostoli a Roma, finché non giunse nella sua meta definitiva, Noto, intorno al 1340. Qui legò una stretta amicizia con Guglielmo Buccheri, già scudiero di Federico II d’Aragona, che le vicende della vita portarono a fare una scelta d’eremitaggio simile a Corrado. Buccheri ospitò Corrado nelle cosiddette Celle, un quartiere isolato nei pressi della Chiesa del Crocifisso, dove rimase per circa due anni, per poi ricominciare le sue peregrinazioni quando il suo eremitaggio fu compromesso dalle sempre più numerose genti che chiedono a lui preghiere e consigli.

Corrado si trasferì in zone remote e desertiche, il suo unico pensiero era avvicinarsi a Dio. La sua era una vita ascetica al pari dei grandi Padri del deserto.

Vengono attribuiti a San Corrado alcuni miracoli.

  • Durante una delle sue visite a Noto, Corrado incontrò un suo vecchio conoscente, il nobile Antonio Sessa di Daverio, il quale soffriva da tempo di ernia. Alla vista dell’amico dolorante, Corrado ne ebbe compassione e, dopo aver pregato per lui, questi immediatamente guarì dai suoi dolori.
  • Un altro avvenimento miracoloso è considerata la guarigione del figlioletto di un amico sarto, che soffriva anch’egli di un’ernia assai sviluppata.
  • Il più famoso rimane il cosiddetto miracolo dei Pani, che Corrado avrebbe compiuto durante la terribile carestia che colpì la Sicilia negli anni 1348-1349, causata dalla peste nera che imperversava. Secondo la leggenda, in quel periodo, chiunque si rivolgesse a Corrado, non tornava a casa senza un pane caldo, impastato direttamente dalle mani degli Angeli.

 

Corrado morì nella sua grotta il 19 febbraio 1351 con al suo fianco il confessore. Il racconto narra di un trapasso avvenuto in ginocchio e in preghiera con gli occhi al cielo, posizione mantenuta anche dopo il trapasso, mentre una luce avvolgeva la Grotta dei Pizzoni.

Venne seppellito nella Chiesa di San Nicolò a Noto, secondo le sue volontà. In seguito il corpo venne traslato nella Cattedrale di Noto dove è venerato da parecchi secoli.

 

Altri santi e venerazioni del 19 febbraio:

– Beato Alvaro De Zamora da Cordova
Domenicano

– San Barbato di Benevento
Vescovo

– Beata Elisabetta di Mantova (Bartolomea Picenardi)
Vergine

– San Giorgio
Monaco di Vabres, Vescovo di Lodeve

– Beato Giuseppe (Jozef) Zaplata
Religioso e martire

– San Mansueto di Milano
Vescovo

– Santi Martiri di Palestina
– San Quodvultdeus
Vescovo di Cartagine

– Santa Yi Zhenmei (Lucia)
Catechista cinese, martire

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