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La situazione dei manufatti funerari discussa in commissione

NAPOLI. La commissione Patrimonio, presieduta da Carmine Sgambati, ha discusso  oggi della situazione delle cappelle e dei monumenti funebri  irregolarmente ceduti tra privati, per questo acquisiti al patrimonio  comunale. È intervenuta l’assessora ai Cimiteri Alessandra Sardu, la  dirigente del servizio Patrimonio Maria Aprea, il funzionario del  servizio Cimiteri Cittadini Giuseppe Caputo ed il presidente di Napoli  Servizi, Andrea De Giacomo.

La situazione del patrimonio funerario

La riunione odierna, ha spiegato in apertura il presidente Sgambati, è  stata sollecitata da diversi consiglieri di maggioranza e di  opposizione, e intende individuare una soluzione di buon senso alla  vicenda che ha visto coinvolti numerosi cittadini nel mercato illegale  per la compravendita di loculi nei cimiteri comunali. Tali  compravendite sono state oggetto di indagini della Procura della  Repubblica conclusesi con una sentenza che le ha definite nulle, per  questo i manufatti sono stati acquisiti al patrimonio comunale e gli  acquirenti invitati a liberarli.

La delibera n. 566 dello scorso 20 ottobre 2017, ha chiarito la  dirigente Maria Aprea, fornisce gli indirizzi che l’amministrazione  comunale intende seguire per definire questa annosa vicenda. Lo  spirito della delibera è stato infatti quello di favorire da un lato  il culto dei defunti, disciplinando l?accesso alle cappelle, e  dall’altro, puntare al ripristino di un normale iter amministrativo  per l’assegnazione dei manufatti mediante avviso di evidenza pubblica.

Rispondendo ad un intervento sull’ordine dei lavori del consigliere  Andrea Santoro (Misto Fratelli d’Italia), che ha chiesto se gli  uffici sono al corrente del contenuto dell?ordine del giorno votato a  maggioranza in Consiglio Comunale lo scorso 22 dicembre, relativo all’impegno dell?amministrazione comunale ad evitare atti che possano  rappresentare una forzatura dei diritti del defunto, Aprea ha chiarito  che nessuna forzatura è stata commessa e che il diritto ad esercitare  il culto dei defunti è stato pienamente garantito. Restano alcune  difficoltà nell’assicurare gli orari di apertura e chiusura di  cappelle che sono molto distanti tra loro, in presenza di poco  personale. E? per questo che si è ricorso all’uso di catene per  precludere l’accesso alle cappelle, anche a tutela delle suppellettili  in esse contenute. Una misura, quella delle catene, che interviene  alla fine di un processo nel quale si sono registrate altre criticità,  connesse alla  impossibilità di ottenere, da parte degli assegnatari,  le chiavi delle cappelle al fine di procedere ad una valutazione per  la loro futura messa al bando: tutti elementi che rendono la  complessità di una situazione, anche umanamente pesante, ma che ha  concluso la dirigente – ha visto ad ogni passaggio la piena  condivisione di ogni iniziativa con l?avvocatura comunale.
Sul tema delle catene che precludono l?accesso alle cappelle, il  presidente Sgambati ha ricordato che nell’ordine del giorno votato in  Consiglio Comunale, organo sovrano in materia di indirizzo politico,  era espressa una precisa indicazione che non può essere disattesa.

Anche per il consigliere Ciro Langella (Agorà) è inaccettabile una  misura che va in contrasto con le indicazioni dell?ordine del giorno,  e penalizza quei cittadini che in buona fede si sono trovati vittime  di questa truffa. Serve nell’immediato una soluzione a quello che ha  definito uno scempio, e solo in un secondo momento si potrà procedere  al bando di assegnazione dei loculi. Al netto della questione  giudiziaria in corso, ha dichiarato il consigliere Vincenzo Moretto  (Prima Napoli), serve al più presto una soluzione definitiva della  vicenda, bisogna tutelare il diritto dei cittadini di esercitare il  culto dei morti, il rispetto della loro libertà religiosa, consentendo  il libero accesso ai luoghi nei quali sono i propri cari. Impedire  questo è una violazione pesante, ha concluso, e in attesa dei bandi è  compito del Consiglio Comunale elaborare soluzioni che vadano in  questa direzione. Santoro è nuovamente intervenuto per chiarire i  contenuti dell?ordine del giorno votato in Consiglio Comunale, al  quale hanno tuttavia fatto seguito forzature quali l’apposizione delle  catene ed il sequestro delle suppellettili. E? necessario un  definitivo atto di chiarezza da parte dell?amministrazione, che pure  ha avuto responsabilità in passato sulle procedure di controllo di  questo meccanismo perverso: ora che questi manufatti sono del Comune, che cosa si intende fare? Serve mettere un punto fermo su questa  questione e fare tutto alla luce del sole, distinguendo tra gli  acquirenti incauti e quelli in malafede.

L’unica risposta – ha  concluso – sono i bandi, nei quali prevedere eventualmente un diritto  di prelazione per i cittadini vittime di questa truffa. Il consigliere  Domenico Palmieri (Napoli Popolare) ha evidenziato quanto sia  necessaria in questa vicenda la massima cautela, invitando ad  individuare procedure amministrative per semplificare e tener conto  dei diritti di chi incautamente si è trovato coinvolto nella vicenda,  al netto delle indagini giudiziarie e delle responsabilità interne,  assicurandosi che queste condotte non si ripetano più in futuro.

L’assessora Sardu ha fornito alcuni chiarimenti su quella che ha  definito una vicenda grave, che si è perpetrata per anni, e sulla  quale c?è la massima attenzione e la piena collaborazione con  l?avvocatura comunale. In primo luogo va chiarito che non c?è nessuna  intenzione di non venire incontro ai cittadini, va tuttavia detto che  l?amministrazione comunale si sta muovendo, con estrema cautela, sulla base di ciò che la legge consente. Non risulta che si sia impedito l’accesso all’esercizio del culto, né che vi sia stato sequestro di  suppellettili: l?amministrazione comunale deve pur entrare in possesso  di questi manufatti ma finora nessuna chiave è stata consegnata dagli  assegnatari. E? importante non trasmettere idee sbagliate e chiarire  che in questa vicenda il Comune è parte lesa e che nessun dipendente è  stato coinvolto nelle indagini. È assolutamente escluso, ha ribadito  l?assessora, che il diritto di prelazione possa essere contemplato nei  bandi, una sanatoria di questo tipo – ha concluso – vanificherebbe  tutto il lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell?ordine  per smascherare un fenomeno di estrema gravità. Si possono discutere  le modalità poste in essere per regolare l?accesso alle cappelle, ma è  bene chiarire che all’amministrazione non è concesso alcuno spazio di  discrezionalità e che bisogna solo rispettare il regolare iter  amministrativo previsto dalla sentenza.

Anche il Presidente di Napoli Servizi, Andrea De Giacomo, è partito  dalla delibera di ottobre per chiarire i termini della questione. Di  non poco conto è la decisione, assunta nel documento, di riconoscere  agli utilizzatori dei loculi occupati senza titolo la possibilità di  pagare una indennità annuale che di fatto consente loro di continuare  a lasciare i resti dei propri cari nei manufatti senza doverli  trasferire in altra sede. Diversa invece è la situazione per quei  loculi i cui utilizzatori non sono reperibili o che sono vuoti: per  questi è prevista la messa a bando per la riassegnazione. De Giacomo  ha anche illustrato il lavoro svolto da Napoli Servizi sulla base  delle prescrizioni della delibera, che affida a loro la riscossione  delle somme da parte degli utilizzatori. Su 103 utilizzatori  individuati, sono state inviate 96 diffide e sono in via di  definizione altre 7 pratiche. Delle 96 diffide individuate 69 sono  state inviate e ritirate, 14 sono in compiuta giacenza e 13 non sono  state recapitate. Delle 69 diffide inviate 23 sono state pagate, per  32 loculi utilizzati e per un introito per le casse comunali di quasi  20.000 euro.
E? stata una riunione importante che ha chiarito un percorso, ha  concluso il presidente Sgambati, è importante ora elaborare soluzioni  a partire dai contenuti della delibera, tenendo conto delle  indicazioni del Consiglio Comunale.

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