Politica

“La politica? Oggi di certo non la rifarei” le parole di De Luca

NAPOLI. “Se dovessi cominciare oggi a fare politica, non lo farei neanche sotto tortura. Amministrare è diventato un atto di eroismo” così il governatore regionale Vincenzo De Luca in occasione dell’incontro tenutosi al tribunale di Napoli e in occasione del quale si è parlato delle intercettazioni telefoniche e del loro utilizzo.

De Luca, non senza amarezza, ha fatto riferimenti – come riportato dal quotidiano Il Mattino – alla propria attività amministrativa sia da sindaco sia da governatore, parlando di “delegittimazione del ceto politico” e di “palude burocratica”. Non ha lesinato critiche all’informazione, “che entra nella vita tua e dei tuoi figli, sconvolgendola irrimediabilmente”.

Voto di scambio e fritture di pesce

De Luca ha fatto riferimento anche all’inchiesta sul presunto voto di scambio per la quale la sua posizione è stata archiviata: “Vogliamo parlare della campagna referendaria di un anno fa? Non registravo un clima di particolare passione per questo appuntamento alle urne, feci una riunione di duecento amici per invitarli a votare. C’era un clima disteso. Ripeto, tra amici: vidi seduto in prima fila il sindaco di una città del Cilento (il governatore si riferisce al primo cittadino di Agropoli Franco Alfieri) e da vecchio marpione qual era, gli dissi che doveva mettere in piedi delle clientele, alle quali avrebbe sicuramente offerto cene e fritture di pesce”. Cosa accadde allora? “Uno dei rivoluzionari moderni fa una interrogazione parlamentare, tanto da rendere automatica la obbligatorietà dell’azione giudiziaria, con tanto di apertura di un fascicolo a mio carico”. E dopo? “Non ci credevo. Quando mi dissero che avevano aperto un fascicolo su di me non ci credevo. Ora la domanda è questa: pensate che questo Paese possa competere con Germania, Giappone o Sud Corea?”.

L’ultima considerazione riguarda il caso dell’ex ministro Federica Guidi (citato nel libro Fino a prova contraria, di Annalisa Chirico), costretta alle dimissioni non da un avviso di garanzia, ma dall’intercettazione in cui si lamentava con il compagno imprenditore perché si sentiva trattata come “una sguattera del Guatemala”, nel corso dell’inchiesta sul sito lucano Tempa rossa. Ha detto De Luca: “Da uomo ho provato vergogna per il massacro della vita di una donna, costretta ad uscire dalla vita politica, a fronte di un’inchiesta che ha partorito il nulla”.

 

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