Cronaca

Ercolano, spara e uccide due ragazzi: fermato camionista | Il legale: “Chiede scusa, è addolorato”

In tarda serata una breve dichiarazione del legale di Palumbo

Spara e uccide due ragazzi ad Ercolano, fermato il camionista: si tratta del 53enne Vincenzo Palumbo. In tarda serata una breve dichiarazione del legale di Palumbo, Francesco Pepe: “L’assistito è enormemente dispiaciuto del tragico epilogo, chiede scusa ai familiari. È profondamente addolorato. Si resta in attesa che le Autorità Giudiziarie facciano il loro decorso”.

Ercolano, spara e uccide due ragazzi: le scuse del 53enne

Vincenzo Palumbo, l’uomo che ha sparato e ucciso stanotte ad Ercolano Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, ha esploso frontalmente contro la loro automobile 6 colpi di pistola; due proiettili hanno centrato i ragazzi alla testa. È la prima ricostruzione della tragedia avvenuta in via Marsiglia, il 53enne ha poi chiamato i carabinieri dicendo di avere sparato a due ladri.

Chi è Vincenzo Palumbo, l’uomo che ha sparato 2 ragazzi ad Ercolano

Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, rispettivamente 27 e 26 anni, sono stati uccisi la scorsa notte in provincia di Napoli. Le salme sono state trasportate al Policlinico di Napoli per gli esami medico legale. Nella serata di giovedì 28 ottobre si sarebbero recati a un campo di calcetto che si trova poco lontano dal luogo della tragedia.

Poi sulla strada del ritorno si sarebbero fermati a scambiare due chiacchiere in auto. E il proprietario di una villetta avrebbe aperto il fuoco contro di loro temendo di trovarsi dinanzi a due ladri. L’uomo, pare vittima in passato di furti, ha esploso diversi colpi con una pistola detenuta legalmente. La sua posizione è adesso al vaglio degli inquirenti.

Il racconto

Una donna che abita nella stessa strada teatro del duplice omicidio ha raccontato: “Intorno alle 1.30 ho sentito quattro o cinque colpi di arma da fuoco e ho pensato che fossero fuochi di artificio, anche perché qui in zona spesso c’è l’usanza di accendere fuochi. Subito sirene e forze dell’ordine sul posto e mi sono spaventata molto”.

La condanna

“La nostra città è sconvolta da quanto accaduto la scorsa notte a San Vito. Una tragedia che ha colpito profondamente la nostra comunità. Questo è il momento del silenzio. Al momento gli inquirenti stanno accertando l’esatta dinamica dell’accaduto. Il mio pensiero come sindaco e come padre è per le famiglie colpite da questa immane tragedia” scrive il sindaco Ciro Buonajuto.

Palumbo ai carabinieri: “Venite, ho sparato a due ladri”

A chiamare i carabinieri è stato lo stesso uomo che ha sparato, il camionista 53enne Vincenzo Palumbo. Ha contattato il 112 e ha detto di avere sparato a due ladri davanti a casa sua. I proiettili sarebbero stati esplosi da una posizione frontale.

Non è chiaro se l’uomo abbia sparato dal balcone o dalle scalette laterali della villetta, quindi da una posizione quasi a livello strada, o se sia invece uscito di casa. Sul posto i militari hanno rinvenuto l’automobile ferma contro un muretto alcune decine di metri più in basso, una ruota era saltata nell’urto. I due giovani erano entrambi già morti; uno era ancora dentro, l’altro era invece a terra, forse sbalzato fuori quando la vettura è andata a sbattere.

Una vicenda tragica e surreale

Una vicenda al tempo stesso tragica e surreale, che ha sconvolto non solo Ercolano e Portici, le città in cui i due giovani trascorrevano la maggior parte del loro tempo, ma tutta Italia. Sembra impossibile che siano stati scambiati per ladri due ragazzi modello.

Tullio di recente aveva postato con rilievo su Facebook il logo del negozio che gestiva con il padre in via Benedetto Cozzolino, nel centro di Ercolano, che si chiama oVas: una rivendita all’ingrosso di porcellane e vasellame molto conosciuta nella zona. Era attaccatissimo al suo lavoro e felice di aiutare il genitore nelle sue attività nonostante la fatica e gli orari impossibili. Giuseppe invece studiava Scienze motorie. I due amici si frequentavano da bambini e spesso andavano in vacanza insieme: avevano visitato diverse capitali europee. Ma era capitato anche che Giuseppe fosse partito con tutta la famiglia di Tullio, che lo considerava come un altro figlio.

 

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