Cronaca

Attentato a Scampia: autobomba esplode in piena notte, si indaga

L’attentato consumato a Scampia tra mercoledì e giovedì notte, è stato l’ennesimo colpo della camorra. Un’autobomba fatta esplodere in piena notte, a pochi passi da case abitate e altre auto in sosta, solo un miracolo che non ci siano state vittime.

Attentato a Scampia

Autobomba di camorra, indagine affidata alla Dda di Napoli, c’è una pista battuta in queste ore: si indaga su un debito per una grossa partita di cocaina non pagata, una fornitura non saldata, un patto economico saltato al momento decisivo.
Idee chiare in Procura, al lavoro uno specialista della camorra sanguinaria, che per anni ha controllato i flussi economici del narcotraffico: inchiesta condotta dal pm Maurizio De Marco (che appena due giorni fa ha ottenuto, assieme alla collega Vincenza Marra, la condanna di cinque killer degli amato-pagano), sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.

C’è una pista battuta in queste ore: ad imbottire un’auto di esplosivo, sono stati gli armieri di un gruppo di fuoriusciti del clan Lo Russo, cartello colpito in questi anni da sequestri e condanne (grazie al lavoro del pm Enrica Parascandolo), che avrebbero sferrato un attacco al cuore del sistema criminale targato cartello degli scissionisti.
Un gruppo che fa capo a un giovane e sanguinario criminale di Miano, uno dei tanti rimasto «orfano» della scelta dei boss dei Lo Russo (in particolare Carlo e Antonio) di passare a collaborare con lo Stato. Cammina sempre scortato da soggetti armati, firma azioni efferate e plateali per imporre la propria regola contro vecchi capi: punta a rompere equilibri, a strappare la leadership.

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