Inchiesta

Camorra, clan Sibillo, “a paranza re creature” | La storia, le origini, i protagonisti

Il clan Sibillo, noto anche come “a paranza re creature Sibillo” è un’associazione di camorra, attiva prevalentemente nella città di Napoli, nel rione Forcella e nelle zone limitrofe.

La letteratura e il cinema, basandosi su fatti reali, ne hanno raccontato la parte romanzata; la stampa, le vicende di cronaca; gli organi investigativi, il profilo criminologico.

L’inchiesta, ha messo insieme le informazioni e ne ha ripercorso i fatti. Il resoconto che segue riguarda Emanuele Sibillo e i suoi compagni di paranza.

Minorenni spericolati, violenti, armati come adulti, all’apparenza impavidi, sprezzanti della morte, ma ingenui e inesperti come bambini.

Ecco la loro storia.

Emanuele Sibillo
Emanuele Sibillo

Clan Sibillo, “a paranza re creature”: storia, origini, protagonisti

Il clan Sibillo venne fondato nel 2012 da Emanuele Sibillo. All’epoca della nascita della paranza, i componenti erano i suoi compagni del rione Forcella, minorenni tra i 13 e i 16 anni, mentre Emanuele Sibillo di anni ne aveva 17.

A comandare il gruppo erano Emanuele e Pasquale Sibillo, suo fratello, figli di Anna Igenito e Vincenzo Sibillo, il papà, che in quel periodo era già in carcere per reati legati alla camorra.

Presto il clan Sibillo, o “paranza re creature Sibillo”, fece accordi con i clan dell’Alleanza di Secondigliano in particolare con il clan Contini.

Emanuele Sibillo
Emanuele Sibillo

Il primo arresto di Emanuele Sibillo

Nel 2010, a 15 anni, Emanuele Sibillo venne arrestato per la prima volta dalla Polizia di Stato, durante una perquisizione in casa sua, mentre lanciava dalla finestra due pistole per non farle trovare.

Emanuele venne mandato in comunità per minorenni, dove iniziò a farsi notare, ma in senso positivo, si dimostrò un soggetto rispettoso, studioso e apparentemente riabilitato del tutto.

Un anno dopo, però, evase dalla comunità per minori. Venne catturato quasi subito e scortato, questa volta, nel carcere minorile di Nisida.

Successivamente, venne trasferito in un’altra comunità, dove ancora una volta ebbe modo di distinguersi.

Partecipò ad un corso di giornalismo, realizzò delle interviste sul disagio giovanile e imparò le tecniche del montaggio video.

ES17 insieme ad alcuni compagni di paranza
ES17 insieme ad alcuni compagni di paranza

Nel 2012, nel periodo di Natale, venne rilasciato e tornò nel suo quartiere.

Sei mesi dopo era già uno dei partecipanti ad un summit tra varie famiglie di camorra.

Emanuele Sibillo, durante quel periodo conobbe Mariarca Savarese, originaria del rione Sanità, nipote di Salvatore, detto“Totore” Savarese, cognome pesante nel panorama criminale napoletano.

Salvatore Savarese, boss dell’omonimo clan del rione Sanità aveva la sua roccaforte in via dei Cristallini ed era cresciuto sotto la guida dell’ex boss del rione Sanità Giuseppe Misso, detto ‘O Nasone.

Totore Savarese venne arrestato e durante la permanenza in carcere, in regime di carcere duro, ebbe modo di trascorrere l’ora d’aria con il siciliano e potente boss di cosa nostra Totò Riina, all’epoca chiamato anche “il capo dei capi”.

Mariarca Savarese divenne la compagna di Emanuele Sibillo e nel corso di pochissimi anni anche la madre dei suoi due figli.

ES17 Tatuaggio
ES17 Tatuaggio

Alla nascita del primo figlio M.Sibillo, Emanuele, divenne noto come ES17, sigla ricavata dalle iniziali del proprio nome e cognome, il numero 17 stava a ribadire la lettera “s”, la diciassettesima lettera dell’alfabeto italiano.

A 18 anni, capo indiscusso della “paranza re creature Sibillo”, attraverso stese e sparatorie, si contendeva il controllo dei vicoli del centro storico, con i rivali del clan Buonerba, quest’ultimi legati al clan Mazzarella.

La terza faida di Forcella

La terza faida di Forcella ebbe inizio nel marzo 2013 e terminò nel luglio 2015.

La faida vide il clan Mazzarella, il clan Del Prete ed il clan Buonerba, combattere contro “a paranza re creature Sibillo” insieme a un cartello camorrista formato dalle nuove leve della famiglia Giuliano, in conflitto con i loro stessi parenti da molti anni, affiancati dal clan Sibillo, i Brunetti e Amirante, quest’ultimi alleati del clan Ferraiuolo e appoggiati esternamente dal gruppo Rinaldi di San Giovanni a Teduccio, per il controllo dei rioni di Forcella, Maddalena e Duchesca.

La faida si concluse con la vittoria della paranza re creature Sibillo e la cacciata dei Mazzarella a San Giovanni, nonostante la morte di Emanuele Sibillo.

ES17 insieme alla compagna Mariarka Savarese-madre dei suoi due figli
ES17 insieme alla compagna Mariarka Savarese-madre dei suoi due figli

L’ultima stesa di Emanuele Sibillo

Giovedì 2 luglio 2015, Mariarca Savarese era incinta del secondo figlio di ES17, E.Junior Sibillo, Emanuele Sibillo si trovava in latitanza, in quanto nei suoi confronti era stato spiccato un mandato di cattura ed era scappato durante un maxi blitz.

Quella notte di luglio 2015, insieme al suo gruppo di fuoco della paranza, a bordo degli scooter e armati fino ai denti andarono sotto le abitazioni dei rivali del clan Buonerba.

Il gruppo di fuoco Sibillo, giunto nei pressi di Castel Capuano, iniziò a sparare, con AK 47 Kalashnikov in modalità automatica e altre armi semiautomatiche di grosso calibro, ma ES17 venne colpito a morte, alla schiena, dalla risposta a fuoco dei Buonerba.

Emanuele Sibillo ES17
Emanuele Sibillo ES17

ES17 poteva contare sui componenti della paranza, ben armati, ma quasi tutti tra i 13 e i 17 anni, senza esperienza di “tiro”, o tattiche da guerriglia, quindi poco precisi.

Il clan Buonerba, tra le proprie fila, aveva veri e propri cecchini, tiratori precisi, uomini con esperienza di tattiche e tiro, inoltre il quartiere roccaforte dei Buonerba si era guadagnato il nome di “vicolo della morte”, logisticamente studiato per non lasciare scampo agli invasori.

Fu inutile la corsa disperata sullo scooter per portarlo all’Ospedale di Loreto Mare, Emanuele Sibillo ci arrivò già morto, aveva appena 19 anni.

ES17 trasportato dai suoi compagni di paranza all' Ospedale di Loreto Mare 1
ES17 trasportato dai suoi compagni di paranza all’ Ospedale di Loreto Mare 1

ES17, il mito

Dalla sua morte sono passati 8 anni, ma il tempo non ha scalfito il mito, lo ha invece ingigantito, rendendo ES17 una icona della camorra che ha avuto origine quasi da una manovra di marketing, un brand.

Partito dalla figura del baby boss, il mito si è autoalimentato arrivando ben oltre la reale “forza militare”.

Tanto che, sino a pochi anni dalla sua morte, prima che fosse rimossa dagli Operatori dell’Arma dei Carabinieri, l’urna con le ceneri di ES17, raffigurante il suo volto, veniva venerata come una reliquia.

ES17 in Ospedale Loreto Mare- compagno di paranza sotto shock
ES17 in Ospedale Loreto Mare- compagno di paranza sotto shock

Le persone dovevano inginocchiarsi davanti all’altarino che i suoi familiari avevano costruito sotto casa.

Barba con taglio da jihadista, grossi occhiali da vista e felpa nera con cappuccio, ormai erano e sono diventati un modo di essere e non solo un look.

In occasione del carnevale ancora oggi si possono vedere persone con la maschera di ES17.

ES17, ispirazione di romanzi, film e fiction Tv

Già nella fortunata serie Tv tratta dal romanzo di Roberto Saviano, alcuni personaggi sono stati ispirati per look e caratteristiche da ES17, inoltre, sempre nei romanzi di Roberto Saviano “La paranza dei bambini” e il sequel “Bacio feroce”, lo scrittore ha descritto in chiave romanzata la storia di ES17 e della sua paranza.

Dal primo romanzo ne è stato tratto un film omonimo “La paranza dei bambini”, che ha riscosso un enorme interesse e successo.

ES17 in unaltra foto insieme ad alcuni compagni di paranza
ES17 in unaltra foto insieme ad alcuni compagni di paranza

L’adattamento dei termini al gergo criminale

Il termine paranza, molto usato a Napoli, proviene dal gergo dei marinai e pescatori, conferisce il nome a delle tipologie di imbarcazioni, che utilizzano particolari reti da pesca e conferisce, inoltre, il nome alla nota frittura di pesce di paranza.

Nei quartieri e in ambito sociale, “paranza” significa compagni inseparabili, compagnia di affiatati e inseparabili amici.

La paranza dei bambini, “a paranza re creature”, é stato utilizzato per la prima volta in ambito “criminologico” da un magistrato, per definire una tipologia di “gang giovanile”, con caratteristiche precise, che ricorda vagamente e solo in apparenza una gang sudamericana, ma che possiede tutte le caratteristiche di una associazione di tipo mafioso, camorrista.

Pasquale Sibillo fratello di ES17 al momento dell'arresto.
Pasquale Sibillo fratello di ES17 al momento dell’arresto.

Con il tempo, é stato attribuito il nome di “paranza” a questi gruppi, stavolta riferito ai gruppi di minorenni che si associano per formare veri e propri clan di camorra, commettendo tutti i reati del caso connessi, come spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e trasporto di armi da fuoco come pistole Beretta Parabellum, Smith&Wesson 357, ma anche armi da fuoco pesanti, da guerra, come il noto fucile d’assalto Ak 47 Kalashnikov, mitragliatrici M12, e addirittura esplosivi, per utilizzare tutto a scopo di racket e omicidi.

Questi tipi di clan, per affermare la propria egemonia in una data zona, di solito, si muovono in sella a degli scooter, molto prestanti nei vicoli stretti dei quartieri del centro storico di Napoli, in gruppi da 6, 9 , o più componenti e armati pesantemente, le paranze dei bambini fanno le così dette “stese”.

La stesa, prende il nome dalla reazione delle persone, che per istinto si “stendono” a terra nel tentativo di proteggersi in qualche modo, quando vedono arrivare queste paranze, che sparano all’impazzata in qualunque direzione, a qualsiasi ora, anche in pieno giorno.

Altro significato è dato dal fatto che con queste azioni, le paranze, i clan, spesso vanno in determinate zone per “stendere”, uccidere i propri rivali.

Inoltre, il significato è anche dato dal fatto che queste azioni stanno a significare che in quella zona è stato “esteso” il comando di quella paranza, o di quel clan.

Catello Maresca
Catello Maresca

Relazione Dia

Grazie alle informazioni ricavate sul campo dagli Operatori della Dia, coordinati dalla Dda, i dati studiati dagli analisti dell’antimafia hanno restituito un quadro più ampio e completo dei diversi gruppi e “paranze” formate da componenti minorenni che sono attivi nelle diverse regioni e zone italiane.

Dalle relazioni emerge un profilo più chiaro del fenomeno delle “baby gang”, delle caratteristiche che distinguono le une dalle altre, per costituzione, comportamenti, orientamento e finalità.

Inoltre, un ulteriore studio che avalla le relazioni Dia, é stato presentato nel mese di ottobre 2022, firmato da Marco Dugato, Ernesto U. Savona ed Edoardo Villa, realizzato in collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, del Ministero dell’Interno e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, del Ministero di Giustizia.

La ricerca ha individuato due tipi di bande giovanili:

  • Il primo tipo comprende gruppi “senza struttura definita”, dediti ad attività violente o devianti.

Esempi di questo genere se ne trovano per lo più nel nord Italia, nel centro sud ce ne sono a Roma, come la “Anundo gang’s”, “La17” e “La18”, ad Ascoli Piceno, “La mafia di San Benedetto” e a Cosenza “Stm”, Siamo tutti mafiosi.

La paranza dei Sibillo, definita come “caso emblematico”, é stata collocata, nella classificazione delle baby gang, tra quelle che si ispirano o hanno dirette connessioni con le tradizionali organizzazioni criminali italiane e che sono state rilevate specialmente nel Sud del paese in contesti urbani nei quali vi è storicamente una presenza mafiosa.

In particolare, nelle province di Napoli, Salerno, Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia e Caltanissetta.

Tuttavia, casi sporadici sono stati evidenziati anche nelle province di Fermo, Firenze, Milano, Modena e Vercelli.

  • Il secondo tipo comprende gruppi collocati, a Napoli, come la paranza dei bambini, collegata al clan Sibillo e i rivali coetanei collegati ai Buonerba e quindi ai Mazzarella.

A Milano gang in contatto con la ‘ndrina Di Giovine-Serraino, a Crotone gang giovanili in contatto con la Locale di Cirò e a Vibo Valentia la gang della “Banda della Magliana”, ispirata al non più attivo gruppo criminale romano.

Nello specifico, tra le caratteristiche della paranza dei Sibillo, la ricerca ha individuato tre tratti fondamentali:

  • La presenza di una gerarchia definita.
  • La ripetitività dei reati connessi.
  • Il tentativo di operare un controllo sul territorio.

Tutti aspetti che si ritrovano nei clan di camorra, o comunque nelle organizzazioni criminali “classiche”.

Una baby gang in senso stretto, come il gruppo dei Sibillo, intesa come diretta proiezione dell’Alleanza di Secondigliano, per la precisione del gruppo Contini, aveva quindi ereditato da quel contesto struttura organizzativa e modi di agire e lo stesso vale per gli antagonisti del clan Buonerba.

Catello Maresca
Catello Maresca

Clan Sibillo arresti

  • Giuseppe Gambardella
  • Giovanni Ingenito
  • Antonio Iodice
  • Giovanni Matteo
  • Gaetano Portanova
  • Giosuè Napoletano
  • Pietro Perez
  • Fabio Rivieccio
  • Novembre 2015, Pasquale Sibillo, 24 anni al momento dell’arresto, fratello di Emanuele e anche lui boss della paranza.

Catturato a Terni (TR) dalla squadra mobile di Napoli e dallo Sco (Servizio centrale operativo), coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

Caliano Vincenzo Caliano

  • Emanuele Irollo
  • Simeone Montanino
  • Carmine Motti
  • Emanuele Romano
  • Maria Sabatelli
  • Alberto Volpe
  • Giuseppe Rossi

Arresti domiciliari

  • Annunziata Ingenito
  • Assunta Manzo
  • Valentina Mattei
  • Carmela Napoletano

Il clan “a paranza re creature Sibillo” oggi

Secondo le relazioni della Dia e altre fonti d’indagine, nonostante il baby boss Emanuele Sibillo, alias ES17, sia stato ucciso e la gran parte dei componenti cardine del gruppo sia stata arrestata, oggi, il clan Sibillo é attivo.

Pasquale Sibillo fratello di ES17 al momento dell'arresto.
Pasquale Sibillo fratello di ES17 al momento dell’arresto.

Nuove leve e alleanze, hanno rigenerato la “paranza re creature Sibillo” e nel rione Forcella e in altre zone del centro storico di Napoli, il gruppo continua a detenere il controllo e ad espandersi. I business del clan rimangono lo spaccio e il traffico di sostanze stupefacenti, traffico di armi e racket.

Il fenomeno delle baby gang è in costante crescita e metamorfosi e le Autorità studiano soluzioni per contenere e prevenire i danni, ma non è un’impresa semplice.

Da ogni chiazza di sangue lasciata sull’asfalto da un “bambino” di una paranza, nasce una nuova paranza.

“Morta una paranza se ne fa un’altra!”

Catello Maresca, magistrato anticamorra

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

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