Cronaca

Camorra a Napoli: ecco le famiglie più potenti della provincia, la relazione aggiornata della Dia

[titolo_paragrafo]Area Centrale[/titolo_paragrafo]

Continuano a registrarsi forti tensioni, con un rinnovato scontro tra i gruppi SIBILLO e BUONERBA (a cui si sarebbero legati gli AMOROSO ed alcuni pregiudicati emergenti), appoggiati da sodalizi più strutturati, originari
di altre zone, quali i clan CONTINI, RINALDI e MAZZARELLA.

La camorra nelle aree di Forcella, Maddalena e Tribunali

In particolare, le aree di Forcella, della Maddalena e dei Tribunali, sono state teatro di gravi atti intimidatori, certamente da ricondurre ai precari i equilibri tra i sodalizi locali, che tentano di imporsi sul territorio dopo la parcellizzazione di gruppi storici. Tra quest’ultimi figura il clan GIULIANO di Forcella, che si trova a fronteggiare una profonda spaccatura tra due fazioni, rispettivamente capeggiate da componenti antagonisti della stessa famiglia. La guerra interna ha costretto uno dei due contendenti ad allontanarsi da Forcella, dando spazio al gruppo VICORITO-DE MARTINO, operativo a Borgo S. Antonio, in buoni rapporti con l’altra fazione dei GIULIANO.

La zona della Maddalena è controllata dal clan FERRAIUOLO – con il placet dei MAZZARELLA – che si oppone
all’avanzata del sodalizio VICORITO-DE MARTINO (legato ai CONTINI ed alleato al clan SALTALAMACCHIA
dei Quartieri Spagnoli). La descritta frammentazione è tuttora causa di numerosi scontri, iniziati dopo la progressiva disintegrazione del citato clan GIULIANO che, in tempi meno recenti, era riuscito – con le famiglie SIBILLO, AMIRANTE e BRUNETTI (cartello noto come “paranza dei bambini”) e con l’ulteriore appoggio del clan
RINALDI di San Giovanni a Teduccio – a sopraffare i gruppi organici ai MAZZARELLA, tra i quali il sodalizio
BUONERBA di Forcella, detto dei “Barbudos”.

In tale contesto, il 26 ottobre 2018, è stato condannato alla pena di 18 anni di reclusione un affiliato di spicco al sodalizio SIBILLO che, per vendicare l’assassinio del capo clan, uccise, il 30 luglio 2015, un giovane meccanico, estraneo a contesti criminali, la cui unica “colpa” era un legame di parentela con un affiliato al citato clan BUONERBA.

Quest’ultimi, seppur significativamente decimati dagli arresti, risultano ancora operativi, come testimonia l’arresto, da parte dei Carabinieri, del fratello del reggente, avvenuto il 3 dicembre 2018: costui, nel corso di un controllo, stava tentando di disfarsi di un’arma. In questo stato di cose, la scarcerazione, il 2 luglio 2018, del nipote di uno dei capi del clan MAZZARELLA – al quale è sempre stato riconosciuto un ruolo apicale e affidata la reggenza del clan nella zona della Maddalena e del confinante “Connolo” (quartiere di Poggioreale) – avrebbe dato al sodalizio un nuovo impulso per far fronte ad attacchi di gruppi avversi. Nella zona in argomento, anche nel periodo in esame si sono verificati gravissimi fatti di sangue.

In alcuni casi sono state coinvolte persone innocenti, come accaduto ad una donna, attinta, il 3 settembre 2018, da un colpo di pistola vagante, mentre era affacciata al balcone di casa, nella zona di Forcella; altra vittima innocente è stato un minore, ferito da un colpo di pistola esploso da ignoti malviventi, il successivo 19 settembre, mentre era all’interno di un centro scommesse.

In quest’ultimo caso, si sarebbe trattato di un fallito attentato al capo del gruppo DE MARTINO che, trovandosi all’esterno del locale ed accortosi di quanto stava per accadere, si è prontamente allontanato. Successivamente, due atti intimidatori hanno avuto come obiettivo un pregiudicato ritenuto legato ai SIBILLO (appoggiati dal sodalizio CONTINI): il primo si è verificato il 30 settembre, nel quartiere San Lorenzo.

In quella circostanza, militari dell’Arma dei carabinieri hanno rinvenuto, nella camera da letto dell’abitazione del pregiudicato, 4 ogive, i cui bossoli sono stati ritrovati in strada in corrispondenza del suo appartamento. Il secondo atto intimidatorio è del 9 novembre, quando, durante la notte, ignoti hanno fatto esplodere, nella stessa via, un ordigno, la cui deflagrazione ha danneggiato lo sportello di un’auto. Le zone Mercato e Case Nuove, dove è operativo il gruppo CALDARELLI, continuano ad essere contese tra i clan MAZZARELLA e RINALDI, rispetto ai quali la famiglia CALDARELLI ha assunto una posizione neutrale. Espressione delle tensioni che caratterizzano anche questa zona è il ferimento, il 13 agosto 2018, a colpi di arma da fuoco, di un pluripregiudicato legato al clan MONTESCURO, operativo nella zona cittadina di Sant’Erasmo, compresa tra Piazza Mercato, Case Nuove e Ponticelli.

Il capo clan ha svolto, per anni, il ruolo di mediatore nelle contese che si sono verificate tra i gruppi di quelle aree436. Inoltre, nella zona Mercato, il 16 settembre, è stato tratto in arresto da personale della Polizia di Stato un pregiudicato, legato al clan MAZZARELLA, trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa. L’arrestato viaggiava a bordo di uno scooter assieme ad un altro soggetto,
riuscito a dileguarsi grazie all’intervento di un complice.

La camorra nei quartieri Vassto, Arenaccia, Ferrovie, Rione Amicizia, borgo Sant’Antonio Abate, Rione Sant’Alfonso

Nei quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, Rione Amicizia, borgo Sant’Antonio Abate, Rione Sant’Alfonso, nonostante il lungo stato di detenzione dello storico capo clan, la gestione delle attività illecite continua ad essere
sotto il controllo del clan CONTINI, da sempre legato alle famiglie LICCIARDI e MALLARDO ed in contrasto
con il gruppo MAZZARELLA.

Il clan CONTINI ha proiezioni, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti, in altre aree della regione e della
Penisola, potendo allo stesso tempo contare su un notevole arsenale, come confermano i sequestri di armi eseguiti
nel semestre. Il 23 novembre 2018 è stato tratto in arresto un elemento di vertice del gruppo, ritenuto reggente
di una costola del sodalizio operativa a Poggioreale.

Tra i suoi più fidati collaboratori figura il figlio di un altro pregiudicato di spicco del clan441, anch’egli tratto in arresto, il 16 ottobre, per aver fatto parte di un commando, protagonista di una “stesa” nella zona di Poggioreale, controllata dal clan MAZZARELLA. Gli autori si sono poi dileguati verso il rione Amicizia, zona di influenza del gruppo CONTINI.

Numerose indagini, anche pregresse, hanno attestato gli stretti legami tra il sodalizio CONTINI ed imprenditori,
che si sono prestati a reimpiegare le risorse del clan in bar e locali da intrattenimento, in rivendite di tabacchi e
di preziosi, in impianti di distribuzione di carburanti, nella ristorazione e nei settori immobiliare e sportivo.

Tra le operazioni più significative vale la pena di richiamare l’operazione “Black Bet” 442, condotta dalla DIA di Napoli, conclusa nell’aprile 2018, che ha coinvolto 3 fratelli, imprenditori, e le mogli di due di loro, accusati di intestazione fittizia di beni per conto del clan CONTINI. Sono stati così sequestrati bar, palestre e discoteche nelle zone di Bagnoli e Chiaia, un’agenzia di scommesse ubicata a Napoli, in Piazza Mercato e società di commercializzazione di giocattoli.

In questa indagine, come in altre del recente passato, è emerso che il legame tra la famiglia CONTINI e gli imprenditori non impediva a quest’ultimi di porsi come punto di riferimento per diversi sodalizi camorristici, anche se in contrasto con i CONTINI: è la riprova del fatto che il clan non pretende dai riciclatori la fedeltà esclusiva, richiesta, invece, ai componenti dell’ala militare.

La camorra nei Quartieri Spagnoli

Nei Quartieri Spagnoli è storicamente radicato il gruppo MARIANO, alias “dei Picuozzi”, con interessi nella vendita di orologi e capi contraffatti, nella gestione dei video poker, nello spaccio di stupefacenti, nell’imposizione
della vendita di prodotti alimentari all’ingrosso e al dettaglio.

Le vicende che interessano il clan MARIANO alimentano il clima di tensione dell’area, già manifestatosi nel 2016, all’indomani della decisione presa da uno dei
vertici della famiglia MARIANO di collaborare con la giustizia. Tali tensioni potrebbero acuirsi in seguito alle
scarcerazioni di numerosi affiliati, anche di spicco, del gruppo MARIANO che potrebbero alimentare propositi
di riorganizzazione del gruppo.

Sarebbero emerse connessioni tra soggetti presenti nel quartiere di Poggioreale, legati al clan MAZZARELLA, e
referenti del gruppo MASIELLO, operativo nella cd. zona delle Chianche, che fa capo ad un pregiudicato inserito
nel clan MARIANO con il ruolo di capozona. Queste intese sarebbero funzionali ad arginare le mire espansionistiche del sodalizio SALTALAMACCHIA-ESPOSITO, che starebbe consolidando la sua presenza nei Quartieri Spagnoli, grazie all’alleanza con la locale famiglia RICCI445 e all’arruolamento di elementi criminali che avevano
in passato militato nella cd. paranza dei bambini.

I SALTALAMACCHIA-ESPOSITO si starebbero, così, spingendo verso le vicine aree del Cavone, della Pignasecca, di Montesanto e della zona Porto, cosa che potrebbe innescare contrasti con il clan ELIA, presente nell’adiacente area del Pallonetto Santa Lucia.

La camorra nella zona Porto

Nella zona Porto si registra il ritorno di esponenti della famiglia PRINNO, originaria di Rua Catalana, che avrebbero approfittato del “vuoto di potere” determinato dallo stato di detenzione di quasi tutti gli affiliati ad un altro gruppo locale, i MARTINELLI-PORCINO. I PRINNO potrebbero riacquistare nuovi spazi criminali, grazie ad
un accordo che avrebbero stretto con i SALTALAMACCHIA e con i gruppi a loro collegati.

La camorra nella zona Cavone

Per quanto riguarda la zona del Cavone, si è registrato un cambio al vertice del locale clan LEPRE: dopo il decesso, per cause naturali, del capo clan (avvenuto il 1° settembre 2018), la guida del gruppo sarebbe passata ai suoi stretti congiunti.

Nell’area compresa tra Piazza Mazzini, via Salvator Rosa nonchè in una prima parte di Corso Vittorio Emanuele,
il controllo delle attività illecite – prevalentemente spaccio di stupefacenti e estorsioni – farebbe capo al gruppo
FERRIGNO, alleato del clan ELIA. Il depotenziamento, dovuto all’esecuzione di provvedimenti cautelari, di
quest’ultimo sodalizio, operativo nella zona del Pallonetto Santa Lucia, sembra aver concesso nuovi spazi al gruppo
MAZZARELLA.

L’intesa con il clan FERRIGNO (che, dalla zona della Pignasecca, si sarebbe trasferito al Pallonetto) potrebbe, pertanto, essere utile agli ELIA per arginare i MAZZARELLA. Pregresse indagini hanno evidenziato il rilevante interesse del clan ELIA nel traffico e spaccio di stupefacenti, con l’impiego anche di minori, figli di affiliati, addetti alla consegna “a domicilio” dello droga o al confezionamento delle dosi. Uno di questi, minore e figlio del capo clan, si è reso responsabile, prima di un tentato omicidio e poi di un omicidio, avvenuti rispettivamente nei mesi di maggio e giugno 2018.

La camorra a San Ferdinando e Posillipo

A San Ferdinando e Posillipo, dove le attività illecite prevalenti sono lo spaccio di stupefacenti (in particolare di
cocaina) e le estorsioni, non si registrano modifiche dei precedenti assetti criminali: nella zona Mergellina-Torretta
operano i sodalizi PICCIRILLO/FRIZZIERO451 e CIRELLA; nei vicoli della Riviera di Chiaia gli STRAZZULLO;
nella Salita Vetriera gli INNOCENTI; a Posillipo i CALONE, legati ai PICCIRILLO/FRIZZIERO/CIRELLA. Il 1°
ottobre 2018, a conclusione dell’operazione “Occhio di falco”, condotta dai Carabinieri, è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare a carico di alcuni pregiudicati ritenuti responsabili di estorsione continuata.

L’indagine ha accertato l’operatività di un’organizzazione che controllava i parcheggiatori abusivi nel quartiere Chiaia, della quale faceva parte anche il suocero di un elemento di spicco del clan MAZZARELLA. Proprio l’area di Chiaia è spesso teatro di scontri tra gruppi di giovani, alcuni dei quali provenienti dalle periferie del capoluogo, che si consumano a ridosso dei luoghi di divertimento notturno.

La camorra nel Rione Sanità

Nel rione Sanità si registra, da tempo, una situazione di particolare effervescenza criminale, con continui cambiamenti di alleanze e frequenti scontri armati. Tale situazione è ascrivibile ad una pluralità di fattori, quali la presenza di numerosi sodalizi (alcuni storicamente radicati sul territorio, altri di più recente formazione) e le mire espansionistiche di gruppi provenienti da altri quartieri.

Di recente, la disarticolazione del clan VASTARELLA (presente nella zona delle Fontanelle), in seguito all’esecuzione di provvedimenti cautelari del mese di marzo 2018, ha indotto i vertici del sodalizio a rinunciare ai progetti di conquista del rione che avevano portato alla faida, iniziata nel 2017, con l’ex alleato gruppo SEQUINO (stanziato in via Santa Maria Antesaecula), supportato sia militarmente che economicamente dal clan MAZZARELLA.

Nell’area sono presenti anche il sodalizio MAURO (nella zona c.d. dei Miracoli), collegato ai VASTARELLA, la famiglia SAVARESE (a Porta San Gennaro), legata ai SEQUINO, il sodalizio GENIDONI-SPINA-ESPOSITO, in passato scontratosi con i VASTARELLA e legato alla citata famiglia SAVARESE.

Il 19 luglio è stato tratto in arresto il capo del gruppo SAVARESE, il quale avrebbe partecipato, il 6 giugno, con due complici, anche loro arrestati, ad un raid nei confronti del titolare di un bar nel Borgo delle Vergini, conclusosi con il danneggiamento dell’esercizio commerciale e l’imposizione della chiusura.

Tale azione, unita ad altri episodi registratisi alla fine del 2018457, confermano la tensione in atto nella zona. In ultimo, con riferimento al clan MISSO, il 10 ottobre, la DIA di Napoli ha eseguito un provvedimento di confisca di beni, che ha riguardato immobili, società, una rivendita di tabacchi, auto e moto, depositi bancari – di cui due nella Repubblica di San Marino – e polizze assicurative, per un valore di oltre 9 milioni di euro.

I destinatari del provvedimento sono due fratelli legati al citato sodalizio, radicato nel quartiere Sanità. Uno dei due fratelli era diventato, nel tempo, cassiere e uomo di fiducia del capo clan, mentre all’altro era stato affidato l’incarico di occuparsi del reinvestimento dei proventi illeciti.

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