Cronaca

Camorra: Tina Rispoli indagata ma il Gip respinge l’arresto

Per il giudice al momento non ci sono gli adeguati riscontri

Non ci sono abbastanza prove decisive per dimostrare che Tina Rispoli fosse coinvolta negli affari del clan del marito defunto, Gaetano Marino, come invece sarebbe convinta la Dda di Napoli. Per questo motivo il Gip Anna Tirone ha respinto la richiesta d’arresto ai danni della vedova, salita alla ribalta dopo aver sposato il neomelodico Tony Colombo. La Rispoli resta indagata per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di 10 persone a Secondigliano. Un’indagine che ha proporzioni molto più ampie ma che al momento non ha trovato il favore del Gip di Napoli.

Blitz contro il clan Marino di Secondigliano: indagata Tina Rispoli

C’erano, infatti, altre 22 persone per le quali l’Antimafia partenopea aveva chiesto l’arresto ma a cui il magistrato ha deciso di non infliggere alcuna misura cautelare. Secondo il giudice esiste un gruppo di persone che gestiva lo spaccio di stupefacenti all’interno delle cosiddette “case celesti“. Un gruppo scoperto quasi per caso, dopo il tentativo di furto di un Rolex ai danni di una donna.

Poi la ricostruzione di tutta la filiera criminale che ha visto l’arresto delle 10 persone per le quali il Gip ha avallato il provvedimento. Diversamente ha ritenuto per altri indagati tra i quali Tina Rispoli e il figlio Crescenzo Marino, nato dal primo matrimonio con il defunto Gaetano “moncherino”.

L’accusa alla vedova

Per adesso il magistrato non è stato convinto dalle prove presentate dalla Dda e non ha ritenuto ci fossero i riscontri adeguati secondo cui i soldi dello spaccio venissero dati dal presunto capo dell’organizzazione dello spaccio, Roberto Manganiello, proprio alla vedova Marino. Già in passato, l’attuale moglie del neomelodico Tony Colombo era stata accostata agli affari del marito senza mai essere finita però ufficialmente nelle carte di un’inchiesta.

È quello che è successo adesso anche se la sua posizione sembra essere al momento ancora incerta e al centro dello scontro tra procura e Gip. Toccherà all’Antimafia capire se ci sono elementi utili per continuare a coinvolgerla nell’inchiesta e chiederne un eventuale rinvio a giudizio.

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