Inchiesta

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Ercolano | La storia e i protagonisti, il clan Ascione

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Ercolano? Nell’ultima relazione Dia 2023, pubblicata dal Ministero dell’ Interno, più di 200 famiglie di camorra sono state oggetto di indagini da parte di organi Investigativi di massimo livello e sono stati osservati migliaia di affiliati, operanti in Campania, sul territorio nazionale e internazionale.

L’organizzazione criminale presente nel napoletano e in diversi continenti, attraverso svariati contatti, di diversi livelli, gestisce traffici, affari leciti e illeciti. Con un fatturato annuo di migliaia di milioni di euro in crescita, la camorra è l’organizzazione criminale più potente del mondo. Il resoconto che segue riguarda il più potente clan di camorra, la regia criminale di Ercolano, il clan Ascione.

Ercolano

Camorra: il clan più potente della zona di Ercolano, il clan Ascione

Il clan Ascione venne fondato negli anni ’80 da Raffaele Ascione, detto “O Luongo”, Mario Ascione, Michele Ascione, Gabriel Ascione, Immacolata Adamo, Luigi Nocerino ed elementi di altre famiglie, come Alfio Papale, Ciro Papale, Luigi Papale, Mario Papale, Pietro Papale, Ciro Montella, Francesco Suarino, Natale Suarino, Raffaele Suarino e Natale Dantese.

Il nuovo cartello scatenò subito una faida con il clan Esposito, per il controllo degli affari illeciti nelle zone di Ercolano e della confinante Torre del Greco. Dopo molto sangue versato e diversi morti, il clan Ascione vinse lo scontro, ma i contrasti non finirono e le successive coalizioni portarono a nuovi assetti nel cartello. Nel tempo a seconda delle alleanze, il clan, venne conosciuto come Ascione-Suarino, Ascione-Papale, Ascione-Montella, Montella-Suarino, o Falanga-Ascione-Papale.

Ercolano arresto boss Michele Ascione
Ercolano arresto boss Michele Ascione

Clan Ascione, gli affari

Principalmente le piazze di spaccio e i traffici illeciti erano alla base dell’economia del gruppo, oltre alle estorsioni, al traffico di droga e armi, uno degli affari che rimase nella storia del clan Ascione o almeno si presume che fu loro la mano che portò a segno il colpo, fu la razzia di opere antiche archeologiche degli scavi di Ercolano. La notte di domenica 4 febbraio 1990 gli scavi archeologici di Ercolano vennero saccheggiati, attraverso un passaggio praticato in una parete, i rapinatori penetrarono nelle sale del museo scegliendo 230 pezzi, tra i migliori, con un catalogo alla mano. Una rapina su commissione, senza dubbio. Molto probabilmente per conto di terzi e collegamenti con mercanti d’arte stranieri. Il colpo portato a segno, però, non fu gradito dagli altri clan e sia Funzionari dello Stato che gruppi criminali si adoperarono per risolvere la questione.

La formazione del clan Birra, o Birra-Iacomino

Dopo la decapitazione del clan Esposito, nella prima faida di Ercolano, Le Forze dello Stato misero a segno una operazione denominata “Nemesi”, che indebolì gli Ascione. Questa situazione agevolò la formazione di un nuovo gruppo: il clan Birra o Birra-Iacomino. Poiché si erano proclamati il clan più potente, i Birra, negli anni, pretendevano che tutti i clan della zona comprassero la cocaina da loro, compresi gli Ascione, in questo modo si assicurarono il monopolio su tutte le zone di Ercolano e Torre del Greco, riscuotendo il pizzo, gestendo gli appalti, controllando tutte le piazze di spaccio. Ovviamente gli Ascione non potevano accettare queste condizioni e quando alcuni uomini dei Birra chiesero il pizzo in una delle zone ancora sotto il controllo degli Ascione, nacque una seconda faida di Ercolano.

Mario Ascione
Mario Ascione

Arresti eccellenti

Da minorenne uccise due persone legate ai nemici del clan Birra durante la sanguinosa faida di Ercolano. Per quel duplice omicidio Mario Ascione venne condannato a 16 anni di carcere. Lo stabilì il Tribunale per i minorenni di Napoli. Da allora, Mario Ascione venne recluso al 41 bis perché considerato uno dei reggenti del clan di Ercolano-Torre del Greco. Il duplice omicidio per il quale venne condannato era quello di Luigi Boccia e Pasquale Maiorano uccisi giovedì 28 giugno del 2005 in via degli Ulivi nei pressi del casello autostradale di Ercolano. Fu il battesimo di sangue del giovane rampollo del defunto boss Raffaele Ascione “O Luongo”.

Delitto compiuto con il cugino Michele, figlio dell’altro boss Mario. Tornato in carcere poco tempo fa insieme ad altri tre complici per la richiesta di pizzo fatta ad un imprenditore edile della zona. Boccia e Maiorano furono uccisi per vendicare la morte di Mario Ascione senior, zio del condannato e padre dell’altro killer, ucciso nel 2003 ad opera di killer del clan Birra con la complicità del clan Lo Russo, detti “I Capitoni” di Miano.

Ercolano i boss Montella e Papale evitano l'ergastolo

Relazioni Dia: il clan Ascione, oggi

Nonostante la quasi totalità degli affiliati, compreso i boss, abbiano deciso di diventare collaboratore di giustizia, e nonostante gli “irriducibili” siano stati indeboliti dai contrasti interni alle proprie fila e dalle lotte continue con i gruppi rivali, nonché dagli interventi subiti dalle Forze dello Stato, oggi il clan Ascione sopravvive in qualche modo, anche se la sua potenza si è notevolmente ridotta. L’impero “criminale” degli Ascione è stato redistribuito tra diversi reggenti ereditieri, che continuano comunque ad operare e a portare avanti le tipiche attività illecite.

Ma sono stati i vari episodi di violenza, di omicidi e di vendetta la vera forza trainante del clan Ascione, sono stati per diverso tempo gli impulsi di azione e reazione a dare il vero senso d’identità al gruppo criminale, poiché alla fine i soli affari illeciti non sono stati sufficienti a dare una ragione di continuità a quella che è diventata una associazione a delinquere, ma forse aveva prevalentemente obiettivi di regolazioni dei conti.

Ercolano via Marconi

Dopo diverse Operazioni delle Forze dello Stato anche ai danni dei clan Birra, oggi si possono definire “estinti” o non più presenti sul territorio come gruppi criminali rilevanti. Permangono cellule di fedelissimi e gruppi che cercano di riportare il clan Ascione allo storico potere e in alcune zone ci sono riusciti. In alcune aree il clan Ascione ha riconquistato il controllo di piazze di spaccio e attività commerciali per la riscossione delle tangenti, e in alcuni casi ha cambiato addirittura settore dove portare avanti i propri traffici illeciti. Sale da gioco illecite e infiltrazione nelle gare di appalto per i lavori pubblici sono mezzi per guadagnare utili per tornare sul campo.

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio