Cronaca

Coronavirus, inchiesta sulla morte del 70enne al Cotugno di Napoli

Coronavirus, inchiesta sulla morte del 70enne al Cotugno di Napoli: i punti su cui si basano le indagini sono le registrazioni del 118, i primi referti medici, le cartelle cliniche. Ma anche il numero dei posti disponibili al Pellegrini e al Cotugno.

Paziente Covid muore al Cotugno: l’inchiesta

Sono tante le contraddizioni emerse finora nei rapporti tra 118 e ospedale Cotugno. I carabinieri sono a lavoro su un periodo di 48 ore, alla luce di quanto sarebbe avvenuto tra sabato e domenica in un’abitazione napoletana.

Il primo punto su cui fare chiarezza, come riporta il Mattino, è il mancato ricovero dopo la prima chiamata al 118. Poi c’è il giallo sulla seconda richiesta di soccorso. Domenica mattina l’uomo viene prelevato da un’ambulanza della postazione San Gennaro per essere condotto alla ricerca di un ospedale. In ambulanza, dove è presente un medico, si decide per il Pellegrini, che ha un pronto soccorso ma è in grado anche di fornire assistenza per i malati covid. C’è un particolare in questa storia che non può essere tralasciato: il paziente è positivo al coronavirus, come emergerebbe da un tampone fatto privatamente, anche se non sarebbe stato mostrato un certificato in grado di attestare l’esito del test faringeo.

Dunque, prima tappa al Pellegrini. È uno codice giallo (media gravità), ma non viene ricoverato, dal momento che il percorso covid è già occupato dalla presenza di un altro degente positivo al coronavirus. Dopo poco l’ambulanza decide di puntare sull’ospedale Cotugno. Non è infatti chiaro se la scelta di puntare all’ospedale collinare sia frutto di un accordo o se tutto nasce da un’iniziativa interna al circuito del 118.

. Anche sulle condizioni di salute del paziente, le versioni di 118 e Cotugno sono divergenti. Secondo il medico in ambulanza, il sangue del paziente presentava un livello di ossigenazione adeguato e le sue condizioni non erano gravi. Anche qui, al di là di quanto è stato riversato nel referto medico, contano le testimonianze: mentre era in ambulanza, l’uomo ha avuto modo di parlare con i familiari al telefono, di mantenere un livello di coscienza tipico di una persona vigile e di ricevere comunque un’assistenza medica, con una leggera somministrazione di ossigeno in via cautelativa.

Diverso invece il quadro che verrà riscontrato quando, alla fine della seconda tappa ospedaliera, il paziente viene affidato alle cure del Cotugno.

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