Politica

Governo e partito democratico, Graziano Delrio a tutto campo

NAPOLI. “La vera sfida è restare uniti nella diversità. Io mi batterò per l’unità del partito. Bisogna fare una discussione sui temi, più che sulle persone. Io non mi candido alle primarie, ma non vedo una scissione all’orizzonte”. Queste le parole di Graziano Delrio a radio Capital, come riferito dall’Ansa.

Graziano Delrio e il Pd

Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, interviene così, a Circo Massimo su Radio Capital, in merito alla prossima Assemblea del Partito Democratico in programma sabato. Delrio rivolge poi un ringraziamento al segretario reggente, Maurizio Martina, per il lavoro svolto e sottolinea l’importanza per il Pd di “ripartire, rigenerarsi: siamo ancora – ricorda – il secondo partito” italiano.

Graziano Delrio e la bozza di contratto di governo

“La bozza mi sembra orribile. Hanno ragionato di condono di debito pubblico e uscita dall’euro, è molto preoccupante che, anche se superata, abbiano messo giù quelle ricette. Siamo anche noi a bordo di quell’autobus: se il guidatore sbanda e cade in un burrone, cadiamo tutti”. Così il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, risponde – ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital – sul contratto di programma tra M5s e Lega. Una critica che porta il ministro uscente ad augurarsi che l’esecutivo giallo-verde non veda la luce: “Per il bene del Paese auspico che non ce la facciano. È giusto che possano provarci, ma vorrei che chi governasse avesse del sale in zucca. Per fortuna c’è un altra proposta in campo, quella di un governo istituzionale proposto dal presidente Mattarella. Sarebbe molto più saggio questo secondo scenario”, conclude.

Graziano Delrio: “Cultura costituzionale preoccupante”

È “come il gran consiglio del fascismo, siamo agli organi paralleli ormai…”. Così il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, commenta la creazione – ipotizzata nella bozza di contratto di Lega e M5S – di un comitato di conciliazione parallelo al Consiglio dei ministri. Salvini e Di Maio, dice il ministro uscente, “hanno una cultura costituzionale preoccupante”.

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