Medici contro De Luca al convegno Cgil. La reazione: “Facciamo i seri, non propaganda”
NAPOLI. Momenti di tensione verbale tra il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca e alcuni partecipanti al convegno della Cgil in corso al Centro direzionale. Il presidente è stato contestato mentre teneva il suo intervento dinanzi ad alcuni dipendenti del settore sanitario: «I dirigenti delle Asl sono sempre gli stessi», fa notare uno dei partecipanti al convegno.
Piccata la risposta di De Luca: «E quindi? O facciamo persone serie o facciamo propaganta». Ma non solo. Come riportato da Il Corriere del Mezzogiorno, Vincenzo De Luca ha poi continuato: «Senti fratello io sputo sangue dalla mattina alla notte. Se c’e qualcuno che ha sbagliato siete voi non io. Io clienti non ne ho».
A questo punto, le voci contrarie al governatore si sono levate più numerose e con maggiore insistenza. Così De Luca ha replicato: «Lo so bene che ci sono ancora farabutti, meglio di te, ma non ho possibilità di usare il lanciafiamme». Infine alla donna che si è inserita nello scontro raccontando la propria esperienza, De Luca ha detto:«Ma lei si vuole sfogare con me? So che ci sono problemi, ho massimo rispetto, ma io sono chiamato a risolvere problemi e non a fare chiacchiere».
Al termine del convegno, c’è stato anche un chiarimento tra il De Luca e alcuni suoi contestatori: «Ci credo che i medici sono arrabbiati, non si chiude il contratto nazionale e c’è una scarsità di risorse – ha dichiarato il governatore – è evidente che c’è una condizione di grande sofferenza e anche di grande incertezza. La cosa ci preoccupa perché la definizione dei contratti con i medici di medicina generale ci consente di sbloccare anche la medicina territoriale, e ci porta alla realizzazione di distretti che hanno un ruolo fondamentale per filtrare sui territori la domanda di salute. È un problema delicato: il Governo ha problemi seri di bilancio ma se c’è una priorità da rispettare questa riguarda la sanità. Sono molti mesi che stiamo combattendo in conferenza Stato Regioni per evitare tagli».