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Napoli, sanità: il capoluogo e la Campania guadagnano posizioni

NAPOLI. Sanità: il capoluogo e la Campania guadagnano posizioni. Il Ministero della Salute ha pubblicato ieri i risultati ufficiali ottenuti nel 2017.

Napoli, sanità: la Campania guadagna posizioni

Livelli essenziali di assistenza: la Campania, con 153 punti conseguiti nella pagella del 2017 (resa nota ieri ufficialmente dal Ministero della Salute) è la regione in Italia che guadagna di più rispetto all’anno precedente nel punteggio attribuito ai parametri che misurano la qualità delle cure sanitarie. Con un balzo in avanti di 29 lunghezze rispetto al 2016 (quando era a quota 124) resta tuttavia penultima in Italia, solo un gradino più su rispetto alla Calabria.


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La risalita

La Campania nel 2012 partiva da quota 117 ed aveva lentamente risalito la china a 136 e 139 negli anni successivi. Quindi il tonfo nel 2015 a 106 e la lunga e faticosa marcia per tornare a galla negli ultimi anni.

Sud in coda

Tra le regioni attualmente sottoposte alla disciplina dei Piani di rientro, (Puglia, Abruzzo, Sicilia, Calabria, Campania, Lazio e Molise, tutte al Centro-Sud, di cui le ultime quattro anche commissariate) la Puglia passa da 169 a 179, il Molise da 164 a 167 mentre arretra la Sicilia (da 163 a 160), Il Lazio, infine, consolida i buoni risultati degli ultimi anni confermando l’uscita dal commissariamento (da 169 a 180). Per la Campania il passo in avanti è degno di nota, soprattutto perché segna una tendenza che, alla luce dei dati preliminari relativi al 2018, dovrebbe consentirle di andare oltre la soglia della sufficienza e fissata a 160, giustificando dunque il percorso di fuoriuscita chiesto dal Governatore.

Il progetto

Un percorso condensato in un Piano triennale depositato ai ministeri della Salute ed Economia a metà dello corso dicembre da condurre camminando sempre all’interno del solco del Piano di rientro per altri tre anni. Un progetto che però è entrato in rotta di collisione con l’intenzione del Governo di nominare un nuovo commissario alla Sanità in Campania in applicazione della norma sull’incompatibilità contenuta nella manovra di Bilancio. Legge che De Luca ha già impugnato alla Consulta.

Gli obiettivi raggiunti

I passi in avanti computi dalla Campania dal 2015 riguardano i parametri contabili, la certificazione dei bilanci delle Asl, le performance relative ai tempi di pagamento dei fornitori di beni e servizi. E poi volumi, tempi ed esiti riguardo ai parti cesari, ai tempi di intervento sulle fratture di femore, la medicina veterinaria e i tetti di spesa.

Ancora bassi i livelli relativi agli screening, alla prevenzione e alla medicina del territorio per pazienti cronici e lungodegenti. Nel complesso nel 2017, risultano valutate positivamente, ottenendo un punteggio uguale o superiore a 160 (livello minimo accettabile) in base alla griglia Lea, ben 16 Regioni.

Le teste di serie

In particolare raggiungono un punteggio superiore a 200:Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Umbria, Abruzzo e Marche. Altre otto Regioni (Liguria, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Provincia Autonoma di Trento, Lazio, Puglia, Molise e Sicilia), si collocano in un punteggio compreso tra 200 e 160 (livello minimo accettabile). Sotto la sufficienza Campania, Calabria, Valle d’Aosta, Sardegna e la Provincia Autonoma di Bolzano (ma queste ultime tre non sono sottoposte a verifica degli adempimenti in quanto a statuto speciale sebbene per la prima volta sono stati attribuiti i punteggi.

La Campania, pur non raggiungendo la sufficienza, accede alla quota premiale del 3% della torta dei finanziamenti nazionali per la sanità in quanto adempiente per una serie di parametri.

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