Inchiesta

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Quarto | La storia e i protagonisti, il clan Polverino

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Quarto? L’organizzazione criminale più potente del mondo è la camorra. A dichiararlo è la Dia, il Reparto di Investigazione di massimo livello, la cui relazione 2023 aggiornata è stata di recente pubblicata dal Ministero dell’Interno. Le indagini svolte su oltre 200 famiglie di camorra hanno permesso di identificare affiliati operanti in Campania, in altre regioni italiane e nazioni. Inoltre, la camorra, presente in diversi continenti, fattura annualmente migliaia di milioni di euro. Il resoconto che segue riguarda il più potente clan di Quarto, il clan Polverino.

Camorra: il clan più potente della zona di Quarto, il clan Polverino, la storia

Il clan Polverino venne fondato negli ’90 da Giuseppe Polverino detto “Peppe ‘O Barone”, insieme ai suoi familiari. Giuseppe Polverino organizzò il nuovo clan come gruppo contiguo al clan Nuvoletta, che in quel periodo era allo sbando a causa delle inchieste della magistratura e degli arresti dei capi e degli affiliati. Peppe ‘O Barone per fare il salto di qualità, organizzò un summit a Marano al quale parteciparono molti clan della zona e anche i referenti dei Nuvoletta.

Giuseppe Polverino
Giuseppe Polverino

Durante l’incontro si discusse di come ripristinare l’equilibrio criminale destabilizzato dai continui e duri colpi assestati ai Nuvoletta dalle Forze dello Stato. Il clan Polverino avendo raggiunto una notevole forza propose agli affiliati dei Nuvoletta di passare al nuovo clan Polverino, se avessero voluto, oppure continuare a fare gli affari in autonomia, ma sempre concordandoli con il neo gruppo Polverino. Diversi clan come gli Orlando, storicamente legati alla famiglia Nuvoletta, scelsero l’autonomia, mentre le famiglie Simioli e Ruggiero si unirono al nuovo clan. In quella riunione si raggiunse un pacifico accordo di convivenza e tolleranza, sia negli affari, sia a livello militare. In questo modo i Polverino divennero ufficialmente gli eredi dei Nuvoletta, ereditando parte dei “fanti e delle legioni”, l’arte della guerriglia e di come fare affari, diventando il clan più potente sul territorio.

Peppo ‘O Barone diventa re dell’hashish

Giuseppe Polverino si guadagnò anche il soprannome di “Re dell’hashish” e secondo uno dei pentiti del clan, Domenico Verde, l’organizzazione del “Re” ebbe il monopolio del commercio dell’hashish dal 1992 al 2009. L’oro marrone, ovvero l’hashish, partiva dal Marocco verso l’Italia attraversando la Spagna. Giuseppe Polverino in breve tempo divenne il maggiore broker internazionale di questo tipo di droga.

Quarto blitz notturno Longobardi-Beneduce

L’hashish era coltivato nella regione di Ketama in Marocco e all’inizio veniva trasportato sui dorsi dei muli, ma in seguito, dati i quantitativi, si iniziò a trasportare l’hashish con camion e automezzi, in quantitativi sempre maggiori per un valore di migliaia di milioni di euro. Secondo gli inquirenti, Giuseppe Polverino possedeva notevoli capacità imprenditoriali e investendo nel settore turistico-alberghiero in Italia e in Spagna, aumentò ulteriormente il suo “tesoretto”. Amante del poker, delle donne e della bella vita, la sua fortuna personale, venne stimata in oltre 1 miliardo di euro. Secondo le indagini in Spagna, il clan Polverino fu il più potente e attivo nel Paese, merito del numero di affiliati di massima fiducia che aveva collocati in zone strategiche e del potenziale della sua struttura. Tra le città spagnole con infiltrazione dei Polverino, c’erano anche Almería, Cadice e Tarragona.

L’arresto del Re dell’hashish

Ma niente dura per sempre e Giuseppe Polverino venne arrestato martedì 6 marzo 2012 in un appartamento di Jerez de la Frontera ed estradato in Italia dopo due mesi.

Dopo l’arresto di Giuseppe Polverino

Dopo l’arresto di Giuseppe Polverino, Giuseppe Simioli prese le redini del clan, ma anche lui venne arrestato nel luglio 2017 per associazione mafiosa e traffico di droga e armi. Giuseppe Simioli, nato in una famiglia benestante, tra le più note della città di Marano, sin da giovanissimo divenne affiliato al clan Polverino e a soli 20 anni era già un affiliato di primo livello. Fu allora che iniziò a gestire per conto del gruppo, il florido mercato delle estorsioni, diventando molto presto il braccio destro del boss.

Quarto attentato avvertimento

Gli arresti dei reggenti e i sequestri dei beni al clan Polverino

Giovedì 30 maggio 2019 venne arrestato in Marocco Raffaele Vallefuoco, l’ultimo boss di quello che restava dell’organizzazione ancora attiva in Spagna. Raffaele Vallefuoco era inserito nell’elenco dei latitanti più ricercati dalla Guardia Civil. Mercoledì 11 dicembre 2019, Giuseppe Polverino e Giuseppe Simioli vennero condannati all’ergastolo. Giuseppe Polverino e Giuseppe Simioli vennero ritenuti responsabili dell’omicidio di Giuseppe Candela, avvenuto nel luglio 2009 a Marano. Secondo le indagini, Giuseppe Candela, che era un membro del clan Polverino, venne ucciso perché gestiva gli affari in autonomia e non rispondeva più al clan. Martedì 26 maggio 2020, in un’indagine della Dda vennero arrestate 16 persone riconducibili all’organizzazione, tra i quali il presunto reggente Vincenzo Polverino. Venerdì 5 giugno 2020, la Dda sequestrò beni per 10 milioni di euro al clan. Tra i beni sequestrati c’erano 2 ville, 2 garage, 2 magazzini-deposito, 6 locali commerciali, 3 appezzamenti di terreno, 1 immobile adibito a scuola e 1 asilo nido.

Giuseppe Simioli
Giuseppe Simioli

Il cartello del clan Polverino a Quarto

Anche dopo che il clan Polverino ha subito duri colpi, dalle Forze dello Stato, con arresti e sequestri di beni, di risposta, il clan, attraverso il suo Sistema diplomatico, militare e organizzativo, nelle zone di suo interesse persiste e permane come gruppo egemone. Nella zona di Quarto il clan Polverino è riuscito a realizzare un ambiente dove convivono il clan “Ala quartese”, noto anche come “Gli amici del bivio”, sottogruppo neo formato contiguo al clan Longobardi-Beneduce e “Gli amici della montagna”, che infine rispondono al clan Polverino, presente anche su diverse altre zone.

Quarto Piazzale Europa
Quarto Piazzale Europa

L’arresto del ras del clan “Gli amici del bivio”

Nicola Palumbo, 50 anni, detto “Faccia abbuffata”, reggente del gruppo “Amici del Bivio”, clan di camorra collegato al clan Longobardi-Beneduce, insieme a due suoi complici, venne arrestato per aver tentato di estorcere 10 mila euro insieme ad altri suoi complici, Giuliano Palumbo, di 31 anni, che era anche autista e guardaspalle e un altro soggetto, di 41 anni, incensurato. Uscito di galera poco tempo prima, il ras del clan Gli amici del bivio venne sottoposto a misure di sorveglianza speciale. Un aiuto importante nelle indagini arrivò dall’imprenditore finito nella rete degli estorsori, che si presentò dai Carabinieri e denunciò tutto.

Nicola Palumbo ras Amici del bivio
Nicola Palumbo ras Amici del bivio

Raccontando le pressanti richieste estorsive ricevute, le continue minacce e richieste di tangenti a favore degli Amici del bivio, che erano un inequivocabile messaggio, della forza intimidatrice dei Longobardi-Beneduce, che si spartivano i ricavati illeciti insieme agli “Amici della Montagna”, anche questi, gruppo contiguo al clan Polverino. Ma un duro colpo venne inferto dagli Operatori dell’Arma dei Carabinieri della Tenenza di Quarto. E un plauso venne espresso alla brillante operazione condotta dai Carabinieri del tenente Leonardo Rosano da parte di Gigi Cuomo, responsabile nazionale di Sos Impresa e tra i fondatori dell’associazione antiracket di Quarto insieme al presidente Mimmo Brescia, che si espresse con le parole: (…) Questa operazione anticamorra conferma che bisogna tenere alta la guardia, perché a Quarto il racket c’è ancora. Ma è importante la collaborazione mostrata dalle vittime e l’ottimo e tempestivo lavoro fatto dall’Arma dei Carabinieri. Denunciare i camorristi conviene sempre. Chi denuncia le estorsioni non deve temere di restare solo (…).

Quarto blitz

La Suprema Corte cambia le carte in tavola e cancella 4 ergastoli, libero il ras del clan “Amici del bivio” Nicola Palumbo detto “Faccia abbuffata”

Quattro ergastoli cancellati nonostante, sia in 1°, che in 2° grado di giudizio per 4 imputati venne deciso il carcere a vita. Ma un nuovo verdetto della Cassazione, ha ribaltato la situazione per i 4 ras imputati per il duplice omicidio di Domenico Sebastiano e Raffaele Bellofiore. Cancellato dunque il massimo della pena per Gennaro Longobardi e Gaetano Beneduce, ai vertici del clan Longobardi-Beneduce, a Salvatore Cerrone alias “Totore ‘O Biondo” e Nicola Palumbo detto “Faccia Abbuffata”, ras del clan Amici del bivio. Per la condanna dei 4 ras la Procura si è avvalsa delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che hanno permesso di ricostruire cosa accadde prima e dopo giovedì 19 giugno 1997 al rione Toiano di Pozzuoli. I sicari rubarono un furgone parcheggiato nelle vicinanze di un bar della zona e si recarono sul posto scelto per l’attentato, scesero dal veicolo armati di fucili a canne mozze e fecero fuoco decine di volte in direzione degli obiettivi che si diedero alla fuga tentando di nascondersi in un parco e tra le colonne di un porticato.

Dia
Dia

Ma per Bellofiore detto “Lelluccio ‘O Biondo” e Sebastiano conosciuto come “Mimì Cap’ E Morte” non ci fu niente da fare. Tra i primi a parlare di quel massacro è stato il pentito dei “maranesi” Roberto Perrone, che ha spiegato che Giuseppe Polverino quando seppe nel dettaglio come si svolsero i fatti, si arrabbiò molto, perché Gennaro Longobardi, dopo aver colpito con il fucile a pompa una delle due vittime, sfigurandola, si alzò il passamontagna e gli sputò in faccia. Bellofiore e Sebastiano furono crivellati da decine di proiettili nonostante avessero tentato la fuga. Ma la Cassazione ha deciso comunque di ribaltare i precedenti verdetti accogliendo pienamente le argomentazioni dei legali dei 4 imputati e dei loro avvocati Claudio Davino, Stefano Sorrentino, Antonio Abet, Domenico De Rosa e Luca Gili.

La formazione di nuovi gruppi, giovani e ambiziosi

Un nuovo fenomeno osservato dagli Organi Investigativi nella città di Napoli come nelle sue province, è la formazione di gruppi come IV Sistema, Ala quartese conosciuto anche come Amici del bivio, oppure Amici della montagna e diversi altri, costituiti da nuove leve minorenni, o adulti appartenenti a famiglie “minori”, di esiguo numero di componenti, che svolgono compiti più di manovalanza, oppure compiti militari, controllo delle piazze di spaccio e riscossione delle tangenti. Da considerare come veri e propri clan, quasi con lo stesso potenziale, ma per la loro piccola costituzione e relativa preparazione, sono gruppi maggiormente efficaci in determinate condizioni e posizioni, e preferiscono accordi con clan maggiori, che possono garantire mezzi, copertura e possibilità di crescita.

Dia
Dia

Relazione Dia

Secondo i resoconti della Dia, il clan Polverino ha subito duri colpi dagli interventi dello Stato, con decine di arresti tra boss e affiliati, ma nonostante ciò nuove leve e uomini fidati appartenenti anche a clan fiancheggiatori, insieme ai nuovi ras, permettono al gruppo di rimanere egemone in diverse zone. C’è stata una notevole evoluzione nei campi di affari. Gli investimenti nella ristorazione, nelle attività commerciali “pulite” come il settore dell’abbigliamento, le infiltrazioni nelle amministrazioni pubbliche, negli appalti per i lavori pubblici, nelle aziende edili, la gestione del cemento, l’avvicinamento nel mondo politico, stanno trasformando il gruppo in una holding e c’è bisogno da parte delle Forze dello Stato di essere ancora più tenace nello sventare e combattere queste raffinate strategie criminali.

Quarto piazza festa dello scudetto

Il clan Polverino a Quarto, oggi

Ala quartese, Longobardi-Beneduce, Gli amici della montagna, sono il cartello criminale che opera come una unica legione in vero stile Polverino. Ad ogni gruppo è affidata una precisa mansione. In questo modo i sottogruppi gestiscono una parte degli affari, per conto di altri gruppi che ne gestiscono altri e che fanno capo ai Polverino che garantiscono il rispetto degli accordi presi, l’ordine e il ricavato.

Quarto degrado quartieri popolari

È quindi Quarto una roccaforte che può contare su diversi clan in alleanza e che vanta la copertura del più potente gruppo Polverino, un fortino e un Sistema che fa fruttare enormi guadagni.

I nuovi ras del clan Polverino gestiscono un impero fatto di micro alleanze, sparse a macchia di leopardo su tutti i territori interessati e garantiscono al gruppo la potenza e la presenza su vaste aree. È questa, a quanto pare, la strategia vincente, che permette ad oggi, al gruppo Polverino, di essere il più potente clan di camorra di Quarto.

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

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