Inchiesta

Camorra, le famiglie più potenti a Napoli: la relazione Dia del semestre luglio-dicembre 2019

Quali sono le famiglie di camorra più potenti in provincia di Napoli? Lo spiega la Direzione Investigativa Antimafia con la relazione semestrale sull’attività dei clan della criminalità organizzata in Italia relativa al periodo che va da luglio al dicembre del 2019. Nella città di Napoli lo scenario criminale continua a presentarsi mutevole ed eterogeneo, caratterizzato, da un lato, da dinamiche violente ed incontrollate da parte di giovanissimi desiderosi di protagonismo e, dall’altro, da una profonda rimodulazione degli equilibri tra gli storici clan napoletani.

Rimodulazioni conseguenti anche ad operazioni che, in alcuni casi, hanno indebolito alcuni clan, determinando, come conseguenza ulteriore, una trasformazione delle alleanze cittadine e quindi dei rapporti di forza tra i vari sodalizi. In alcune zone – centro storico e periferia ad est di Napoli – le tensioni sono più evidenti, spesso alimentate da sodalizi strutturati che tentano di espandere la loro sfera d’azione appoggiando i gruppi locali.

Famiglie di camorra più potenti a Napoli e provincia, la relazione Dia luglio – dicembre 2019

Nel centro cittadino si registra una vera e propria effervescenza criminale, che vede una pluralità di gruppi che si contendono il monopolio sui traffici illeciti del quartiere di riferimento, in un fluido e continuo alternarsi di alleanze. Questi gruppi spesso si legittimano per la presenza nell’organigramma di alcuni giovani membri di storiche famiglie camorristiche, optando per una strategia di affermazione nel territorio fatta soprattutto di azioni di fuoco che si traducono talvolta in fatti di sangue.

Lo scenario descritto è espressione di un fenomeno camorristico di basso rango, seppur violento, per sottolineare la propria esistenza, specializzato per lo più nella gestione delle piazze di droga e nelle estorsioni. Nel contempo, sono molto attivi gli storici clan del Centro cittadino che, invece, indirizzano le proprie attività verso il riciclaggio ed il reimpiego del patrimonio accumulato, limitandosi a percepire quote dai predetti gruppi di basso rango, a loro subordinati.

In sostanza, in questo panorama permangono inalterati gli equilibri consolidati da alleanze trasversali tra gli storici clan cittadini e quelli della provincia. Nei quartieri di Forcella, Maddalena, Tribunali e Decumani continua a registrarsi una situazione di acceso antagonismo tra il clan SIBILLO, unico superstite della “paranza dei bambini” 600, cartello formato anche dai clan GIULIANO, AMIRANTE e BRUNETTI, e lo storico clan MAZZARELLA, appoggiato dalla locale famiglia BUONERBA (cd. Barbudos).



Il 6 novembre 2019 il clan SIBILLO è stato ulteriormente destabilizzato da una nuova ordinanza di custodia cautelare che ha colpito 22 soggetti, tra elementi di vertice e sodali, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di stupefacenti. A seguito dell’indebolimento dei sodalizi antagonisti, la storica famiglia MAZZARELLA ha iniziato a tessere una serie di alleanze che le hanno consentito di riaffermare la propria egemonia, riappropriandosi man mano del controllo di gran parte del Centro Storico.

I numerosi episodi di esplosioni di arma da fuoco e ferimenti, nonché il rinvenimento di armi e munizioni sono indicativi di una ulteriore fase evolutiva degli equilibri criminali, che vedrebbe il ritorno della potente famiglia camorristica su tutta l’area del centro cittadino.

Al cartello dei MAZZARELLA hanno aderito diversi clan della città di Napoli così come dell’area orientale (dopo il clan FORMICOLA risulterebbe anche un riavvicinamento della famiglia SILENZIO di San Giovanni a Teduccio) e della provincia meridionale (Portici, San Giorgio a Cremano, Somma Vesuviana e Marigliano).

Nel dettaglio, nel quartiere dei Decumani, ove all’inizio del 2019 sono state registrate numerose azioni intimidatorie (cd. stese) e danneggiamenti in danno di alcune storiche pizzerie, il 25 luglio 2019 i Carabinieri hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla DDA di Napoli, nei confronti di tre esponenti di vertice del gruppo PEREZ, legati al clan MAZZARELLA, autori nel mese di gennaio 2019 di alcune delle citate azioni minacciose e degli attentati nei confronti di ristoratori.

La camorra a Forcella: i clan più potenti

A Forcella la famiglia BUONERBA, fedelissima del clan MAZZARELLA ma attualmente in crisi operativa per la detenzione dei vertici e di numerosi affiliati, si trova a fronteggiare il tentativo di affermazione nel territorio di un gruppo scissionista del clan GIULIANO, il clan VICORITO- DE MARTINO di Borgo Sant’Antonio, noto anche come “la Paranza dei Vicoli”, sostenuto dai CONTINIe dai SALTALAMACCHIA dei Quartieri Spagnoli.

Nelle zone Mercato e Case Nuove si conferma l’operatività del clan MAZZARELLA attraverso un gruppo criminale satellite, rappresentato dai CUOMO, che sarebbe subentrato al clan CALDARELLI, storica famiglia presente alle “Case Nuove”, ritenuta non più alleato affidabile dagli stessi MAZZARELLA a causa dei contatti con l’avversa famiglia RINALDI, anche questa con mire espansionistiche nell’area.

La camorra a Poggioreale: i clan più potenti

Nel quartiere Poggioreale permane la storica contesa tra i clan CONTINI e MAZZARELLA per il controllo e la gestione delle attività illecite (peraltro estesa anche in altre aree cittadine attraverso sodalizi di riferimento), mentre nella zona del Rione Sant’Alfonso e di via Stadera il controllo criminale del territorio è riconducibile ad esponenti di spicco del clan CONTINI606. Quest’ultimo sodalizio, da sempre legato – anche per vincoli familiari – ai clan BOSTI, LICCIARDI e MALLARDO, sebbene fortemente colpito da arresti, da misure ablative e dalle collaborazioni di diversi affiliati, rappresenta tuttora uno dei più potenti e strutturati sodalizi cittadini e può contare ancora su affiliati di rango, recentemente scarcerati.

Il clan mantiene il controllo di un’ampia area del territorio cittadino, che partendo dall’area di Secondigliano, comprende i quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, San Carlo Arena, i Rioni Amicizia e Sant’Alfonso e Borgo Sant’Antonio Abate. Per frenare le mire espansionistiche del contrapposto clan MAZZARELLA e per ampliare il suo raggio d’azione, il clan CONTINI ha sostenuto numerosi gruppi minori nello scontro con il citato sodalizio rivale, anche attraverso l’apporto e il contributo di propri esponenti di spicco.

Mostrando vitalità criminale e abilità nel diversificare le fonti di profitto, dal narcotraffico internazionale al riciclaggio, al reinvestimento dei capitali illeciti in numerose attività produttive d’impresa (come ampiamente emerso nell’ambito dell’operazione “Cartagena” del giugno 2019), il clan CONTINI ha orientato le sue attenzioni anche verso altre regioni esportando metodi propri della criminalità organizzata campana nella gestione delle attività illecite.

Inoltre, in alcuni casi, il clan ha individuato nuovi canali di profitto estremamente fruttuosi, come è emerso nel corso delle indagini condotte dalla Polizia di Stato che, l’8 novembre 2019, nell’ambito dell’operazione “Condor”612, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un articolato gruppo composto da soggetti napoletani. Questi avevano ideato e realizzato un sistema criminale di truffe in danno di anziani che travalicava i confini regionali (una proficua base operativa è stata individuata anche in Lombardia) e nazionali, garantendo ingenti entrate economiche al sodalizio del Vasto.

La camorra nei Quartieri Spagnoli: i clan più potenti

Nei Quartieri Spagnoli, le dinamiche criminali restano profondamente instabili a causa di numerose scarcerazioni eccellenti e per una serie di eventi recenti che hanno contribuito a destabilizzare ulteriormente gli equilibri tra i gruppi criminali che si contendono l’egemonia nel territorio. Permane una contrapposizione tra le famiglie SALTALAMACCHIA (federata con i gruppi RICCI ed ESPOSITO) e i clan MARIANO e MASIELLO le cui alleanze si sono protese anche verso altri gruppi criminali cittadini.

La famiglia SALTALAMACCHIA, il cui reggente è stato scarcerato il 23 dicembre 2019 insieme ad altri sodali di rilievo del gruppo, continua ad avere relazioni con i gruppi LEPRE-CIANCIULLI del Cavone e DE MARTINO-VICORITO di Forcella, mentre la famiglia MASIELLO ha mostrato, di recente, un’apertura e una contiguità con il clan MAZZARELLA, che nell’area mantiene già solide relazioni con il clan MARIANO.

La camorra in zona Sedile di Porto: i clan più potenti

Nella zona cd. Sedile di Porto – territorio che si estende da via Mezzocannone alla via Marina e via Roma, nonché sull’area compresa tra Santa Chiara e Piazza Bovio – sono attivi i clan TRONGONE, fedelissimo del clan MARIANO, e PRINNO, legato ai MAZZARELLA, che si contendono la gestione di numerose piazze di spaccio e le estorsioni in danno dei commercianti e degli imprenditori del quartiere.

L’area del Porto di Napoli, da sempre ritenuta un punto nevralgico per il traffico di sostanze stupefacenti, di merci contraffatte e di altre attività illecite, risulta sottoposta al controllo del gruppo criminale MONTESCURO, egemone nel rione Sant’Erasmo, il cui anziano reggente è considerato un personaggio di notevole carisma criminale che, da almeno vent’anni, rivestirebbe il ruolo di mediatore nelle controversie insorte tra le diverse organizzazioni di camorra.

L’operatività del clan MONTESCURO nel controllo delle attività illecite nel porto di Napoli e la posizione di primo piano del capoclan nel panorama criminale napoletano sono state evidenziate nell’ambito dell’operazione “Piccola Svizzera”620, conclusa dalla Polizia di Stato il 24 ottobre 2019. Le indagini hanno fatto luce su un capillare sistema estorsivo attivato dai MONTESCURO in danno di imprenditori attivi nel porto di Napoli e delle ditte impegnate nei lavori di rifacimento e manutenzione della sede stradale che parte da via Marina e interessa anche l’area portuale fino alla zona orientale.

È stata, altresì, documentata “la capacità del clan MONTESCURO di infiltrarsi nel tessuto produttivo con una notevole attività di riciclaggio”, riuscendo a stabilire un rapporto con gli imprenditori assoggettati alle estorsioni, una sorta di perversa dipendenza in grado di garantire loro protezione e in qualche modo una posizione di privilegio nell’aggiudicazione dei lavori. Con riferimento a tale contesto, il GIP si è espresso sottolineando che non si sia trattata di contiguità alla criminalità organizzata bensì “un fenomeno avvilente e svilente per un’imprenditoria rassegnata a dover fare i conti con una malavita spregiudicata”.

Il boss, grazie ad una rete di contatti si serviva di intermediari attraverso i quali poteva avere notizie su appalti e lavori pubblici appetibili e sugli imprenditori che se ne occupavano. L’attività estorsiva consumata nei confronti delle imprese impegnate per la ristrutturazione del porto di Napoli era, peraltro, condivisa dai MONTESCURO con il clan MAZZARELLA.

Più in generale, le investigazioni hanno anche documentato la partecipazione di esponenti di vertice di numerosi clan cittadini nella ripartizione delle quote delle estorsioni in base all’influenza nel territorio. È stato in questo modo evidenziato il ruolo rivestito dall’ “autorevole” reggente del clan MONTESCURO nel mantenere le relazioni con esponenti di altre organizzazioni criminali, anche in conflitto tra loro, senza mai pregiudicare l’autonomia del proprio gruppo, operando, infine, come esattore delle quote delle estorsioni per la successiva ripartizione tra tutte le organizzazioni criminali interessate.

La camorra nel Rione Sanità: i clan più potenti

Passando al quartiere Sanità, questo è da tempo teatro di cruenti scontri e risulta conteso tra diversi gruppi camorristici locali e del quartiere di Secondigliano, la cui ambizione criminale è stata sempre quella di conseguire un pieno controllo dell’area. Ultimamente, gli assetti criminali del quartiere sono stati significativamente alterati dai numerosi arresti avvenuti il 25 novembre 2019, nell’ambito dell’operazione “Stella nera”, di elementi apicali e affiliati del locale clan MAURO, presente nell’area cd. dei Miracoli e federato al clan VASTARELLA. In tale contesto, si potrebbe assistere al ritorno criminale nel quartiere dei clan antagonisti SEQUINO-SAVARESE, sostenuti dalla famiglia MAZZARELLA.

È proprio in questa prospettiva che andrebbero letti taluni episodi intimidatori, commessi tra i mesi di luglio e ottobre 2019, con esplosioni di colpi di arma da fuoco nelle zone abitate o frequentate da soggetti vicini ai clan in conflitto. Nell’area compresa tra i quartieri San Ferdinando, Chiaia e Posillipo permane l’operatività del clan ELIA originario della zona del Pallonetto Santa Lucia, i cui superstiti si sono riorganizzati sotto la guida della famiglia NOCERINO, fautrice dell’intesa con il sodalizio SALTALAMACCHIA dei Quartieri Spagnoli.

Permane nei vicoli a ridosso della Riviera di Chiaia il controllo del gruppo STRAZZULLO e l’operatività anche dei gruppi PICCIRILLO e CIRELLA, mentre nella zona della Torretta, il ritorno in libertà di alcuni esponenti apicali del clan FRIZZIERO e il sostegno del sodalizio da parte della famiglia MAZZARELLA farebbero ipotizzare una ripresa delle attività criminali gestite dal clan; nella zona della Salita Vetreria opera il gruppo INNOCENTI e nel quartiere di Posillipo si conferma la presenza del clan CALONE.

La camorra nell’Area Settentrionale di Napoli: i clan più potenti

Le dinamiche criminali che riguardano l’area nord di Napoli continuano ad essere oggetto di rimodulazione sia a causa della disgregazione di alcuni clan storici, in particolare i LO RUSSO di Miano, sia per il ridimensionamento dei sodalizi VANELLA-GRASSI e AMATO-PAGANO, le cui strutture sono state indebolite da provvedimenti cautelari e ablativi e dalla decisione intrapresa da elementi di vertice e affiliati di collaborare con la giustizia.

Nell’area permane l’operatività di due storici sodalizi, rappresentati dai DI LAURO e dai LICCIARDI che, pur destinatari, negli ultimi anni, di provvedimenti restrittivi che ne hanno colpito vertici e la struttura organizzativa, conservano intatta la loro autorevolezza criminale. I DI LAURO possono contare sulla guida del sodalizio da parte dei figli del fondatore del clan, che garantiscono la continuità nella gestione e nel controllo delle attività illecite, orientate sempre verso il traffico di stupefacenti e il riciclaggio.

Nel quartiere Scampia, alcune delle piazze più redditizie dell’intera area (parte del cd. Lotto G e la piazza di spaccio della “Vela Celeste”) continuano ad essere gestite da pregiudicati legati al clan cd. della VANELLA GRASSI, i cui elementi di vertice, già detenuti, sono stati colpiti, il 26 settembre 2019, da un’ordinanza di custodia cautelare per un duplice omicidio commesso per esautorare il clan AMATO-PAGANO dalla gestione delle piazze di spaccio di Scampia e Secondigliano.

Il clan della VANELLA GRASSI, orfano dei suoi principali esponenti, appare in difficoltà operativa, avendo perso la connotazione di gruppo criminale forte e con una propria autonomia nel territorio di Secondigliano e aree limitrofe; di questa situazione di debolezza ne avrebbero approfittato ulteriori piccoli gruppi interessati allo spaccio di sostanze stupefacenti e collegati a sodalizi più strutturati presenti nell’area.

La camorra a San Pietro a Patierno: i clan più potenti

In tal senso, a San Pietro a Patierno è attivo il gruppo GRIMALDI (legato al clan LICCIARDI), che di fatto sta esautorando il sodalizio della VANELLA-GRASSI, generando tensioni anche verso altri clan, nell’ottica del controllo di taluni comparti di Scampia (come il Lotto P, il Lotto G, il Lotto K) e di parte di Secondigliano. La debolezza del clan VANELLA-GRASSI ha determinato un tentativo di rientro a Secondigliano e Scampia del clan AMATO-PAGANO, che dopo la cd. terza faida di Scampia, era stato estromesso dall’area e costretto a ripiegare nei comuni di Mugnano di Napoli, Melito di Napoli, Arzano e Casavatore.

Contando sull’apporto di storici elementi rimasti nel territorio e sul ruolo di fornitore di stupefacente, soprattutto del tipo cocaina, ai gestori delle piazze di spaccio il clan AMATO-PAGANO ha stretto accordi con i gruppi ABETE ed ABBINANTE, significativamente falcidiati dai numerosi provvedimenti cautelari, e con il gruppo NOTTURNO (i cui fondatori o sono detenuti o sono collaboratori di giustizia).

Le relazioni tra il clan AMATO-PAGANO e i citati sodalizi sono state documentate anche nell’ordinanza di custodia cautelare, eseguita il 3 luglio 2019 nei confronti di esponenti di vertice e affiliati per un omicidio commesso nel 2011 a Casavatore. Inoltre, proprio il tentativo di rientro degli AMATO-PAGANO e il conseguente strappo degli equilibri nell’area di Secondigliano potrebbe rappresentare una delle chiavi di lettura dei due omicidi, consumati nell’arco di un solo giorno, il 7 settembre 2019, di un affiliato degli AMATO-PAGANO e di un soggetto vicino al clan MARINO cd. delle Case Celesti, sodalizio ritenuto contiguo ai VANELLA-GRASSI.

Riguardo al cartello dei cd. scissionisti AMATO-PAGANO, il 24 ottobre 2019, nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare antimafia, il Procuratore della Repubblica di Napoli, come ricordato in premessa, ha menzionato alcune lettere inviate da esponenti di vertice detenuti che “…annunciavano volontà collaborative, che poi si sono espresse solo in affermazioni di tipo dissociativo. È impossibile – ha sottolineato il Magistrato – non leggere in questa concentrazione temporale il segno di una strategia di tutto il vertice dell’organizzazione…dove alcune di queste figure sono oggetto di condanne definitive”.

La ricomparsa del fenomeno della dissociazione, già utilizzato in passato per ottenere sconti di pena634, sembrerebbe una strategia processuale finalizzata ad accedere alle misure premiali previste per i detenuti condannati in via definitiva. Un cambiamento, questo, che potrebbe avere come obiettivo quello di ottenere l’applicazione delle recenti sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e della Corte Costituzionale, che hanno sancito la parziale incostituzionalità del cosiddetto ergastolo ostativo. Emergerebbe quindi un astuto pragmatismo da parte di esponenti apicali dei clan, ispirato solo a evitare la condanna detentiva a vita o a ottenere benefici di legge in materia di permessi.

La camorra ad Arzano: i clan più potenti

In via Limitone di Arzano, nell’area delle cd. Case Celesti, permane l’operatività della famiglia MARINO, che trae dalla fiorente piazza di spaccio le risorse economiche per l’intero sodalizio criminale. Nel territorio di Secondigliano-Scampia operano altri gruppi criminali, come la famiglia CESARANO nel Rione Kennedy635, la famiglia CARELLA nel Rione Berlingieri, i già citati GRIMALDI a San Pietro a Patierno, MAIONE nel Perrone e RISPOLI636 nella zona cd. di Largo Macello.

L’altro potente sodalizio, con influenza su tutto il territorio del quartiere di Secondigliano, è il clan LICCIARDI della Masseria Cardone, il cui ruolo apicale è ricoperto dalla sorella del defunto fondatore del clan, coinvolta unitamente ad altri affiliati nell’operazione “Cartagena” del giugno 2019. Il clan conferma la spiccata capacità di diversificare i propri interessi criminali, orientandoli non solo nella gestione del traffico e dello spaccio di stupefacenti ma anche in altri contesti, come il controllo della filiera della contraffazione e di ampi segmenti produttivi.

Un’indagine del 16 dicembre 2019 ha svelato le mire del clan verso il controllo dell’intero meccanismo produttivo del Centro Commerciale ex Birreria Peroni, presente nella Masseria Cardone, attraverso l’imposizione di un proprio affiliato nella società, con il compito di organizzare punti di ristoro e di vendita in varie aree cittadine, al fine di realizzare nuove attività commerciali controllate dallo stesso clan.

Il coinvolgimento di esponenti di spicco del sodalizio ha confermato l’evoluzione del sistema criminale LICCIARDI, che tenta di fare sempre più impresa con il precipuo interesse di contaminare il circuito economico finanziario del territorio, ampliandone il controllo approfittando della ridotta operatività del clan LO RUSSO. Quest’ultimo ha evidenziato relazioni con altre organizzazioni criminali fuori dai confini regionali, condividendone gli affari.

Per quanto concerne l’evoluzione delle dinamiche criminali nei quartieri di Miano, Marianella e Piscinola, proprio l’arresto di numerosi affiliati al clan LO RUSSO e il percorso di collaborazione intrapreso da alcuni elementi fondatori dello storico sodalizio, hanno rafforzato i propositi espansionistici del confinante clan LICCIARDI e l’affermazione di gruppi criminali che si sono divisi il territorio di Miano nella gestione delle attività illecite: nell’area cd. ‘Ncopp Miano’ opera il gruppo CIFRONE, in sinergia criminale con i PERFETTO (imparentati con i LO RUSSO), mentre nell’area cd. ‘Abbasc Miano’ sono attive le famiglie BALZANO, SCARPELLINI e D’ERRICO.

Si tratta di aggregati criminali composti da elementi orbitanti, in passato, nella galassia del clan LO RUSSO e oggi protagonisti di una violenta contrapposizione. Nel comprensorio di Chiaiano, permane il gruppo STABILE, legato al clan LICCIARDI che, dopo un periodo di flessione, sembra aver ripreso il controllo delle attività illecite. Nei quartieri Vomero e Arenella, l’assenza dei capi storici e di numerosi affiliati dei clan CIMMINO e CAIAZZO ha determinato il tentativo di penetrazione da parte di soggetti appartenenti ad altri sodalizi – tra i quali proprio il clan STABILE, legato ai LICCIARDI – orientati al controllo delle attività illecite nell’ambito dell’importante comprensorio ospedaliero.



La camorra nell’Area Orientale di Napoli: i clan più potenti

L’area orientale cittadina resta caratterizzata dallo storico scontro tra la famiglia MAZZARELLA – che ha la sua roccaforte a Poggioreale, nel rione Luzzatti – e i RINALDI del Rione Villa, che si contendono l’egemonia territoriale e la gestione delle attività illecite nell’intero quartiere e sulle aree limitrofe. Gli equilibri tra i due sodalizi sono stati fortemente condizionati da una serie di eventi che hanno imposto inevitabilmente un riassetto degli organici.

Un ulteriore importante elemento di novità rispetto agli assetti criminali dell’area è da individuarsi nella scelta intrapresa, nel mese di luglio 2019, dal figlio di uno dei fondatori del clan D’AMICO di collaborare con la giustizia. Questi, dopo l’arresto dello zio, era divenuto esponente di vertice del sodali zio, emblema di una nuova generazione criminale in grado di garantire la continuità operativa della consorteria camorristica di appartenenza, da sempre legata al clan MAZZARELLA, di cui è componente di riferimento nel quartiere di San Giovanni a Teduccio e aree circostanti.

E proprio tale decisione avrebbe provocato alcuni atti intimidatori in danno di suoi congiunti. Lo stesso ruolo ricoperto nel clan da lui lasciato vuoto potrebbe incidere in modo significativo sulla rimodulazione degli attuali assetti criminali nel quartiere e sulla storica alleanza tra i clan MAZZARELLA e D’AMICO. L’apporto conoscitivo delle dinamiche interne e delle strategie adottate da ciascun schieramento offerto dai collaboratori di giustizia ha permesso agli investigatori di acquisire ulteriori elementi sulla rete di alleanze intessute sia dal clan MAZZARELLA che dai contrapposti RINALDI.

Alleanze che vedono coinvolti gruppi criminali presenti non solo nell’area orientale ma anche nel centro cittadino e in provincia: da un lato, per i RINALDI, troviamo i RINALDI-REALE e i SILENZIO (stanziati in via Taverna del Ferro, in passato legati ai FORMICOLA), ai quali sono federate le famiglie MINICHINI-SCHISA-DE LUCA BOSSA di Ponticelli, il cartello CUCCARO-APREA di Barra e i SIBILLO della zona centrale dei Decumani.

Sul fronte contrapposto, a fianco allo storico clan MAZZARELLA risultano, oltre ai citati sodalizi del centro storico (BUONERBA di via Oronzo Costa, SEQUINO e SAVARESE della Sanità), i gruppi D’AMICO del Rione Villa, MONTESCURO di Sant’Erasmo, i LUONGO di San Giorgio a Cremano, i DE BERNARDO di Somma Vesuviana e i FORMICOLA di San Giovanni a Teduccio. Il riavvicinamento al clan MAZZARELLA del gruppo FORMICOLA – riconciliatisi dopo una fase di avvicinamento di questi ultimi al clan RINALDI – ha determinato una ulteriore fluidità degli equilibri nell’area, anche per la gestione delle attività criminali, considerato che la menzionata famiglia FORMICOLA avrebbe il controllo di numerose piazze di spaccio per la vendita di sostanze stupefacenti e delle estorsioni in una vasta zona del quartiere di San Giovanni a Teduccio e zone limitrofe.

La camorra a Ponticelli: i clan più potenti

Nel quartiere Ponticelli, la deflagrazione del clan DE MICCO e l’indebolimento operativo dell’avversario clan D’AMICO hanno contribuito a rendere la zona terreno fertile per altri gruppi coalizzatisi in un unico cartello, composto dalle famiglie DE LUCA BOSSA- MINICHINI-SCHISA. Questo sodalizio e i clan alleati, sebbene abbiano subìto importanti contraccolpi giudiziari, rimangono il gruppo più strutturato sull’intero quartiere, con proiezioni nel vicino comune di Cercola.

Permane comunque l’operatività della contrapposta famiglia DE MARTINO, fedelissima ai DE MICCO. Nel quartiere e, in particolare, nel Rione Luzzatti si conferma il forte radicamento della famiglia CASELLA – articolazione del disciolto clan SARNO – i cui esponenti di vertice ed affiliati, destinatari nel mese di settembre 2018 di un provvedimento restrittivo che ne aveva disarticolato la struttura, sono stati scarcerati nel mese di ottobre 2019 per un difetto procedurale.

La camorra a Barra: i clan più potenti

Nel quartiere Barra permane, stabile ed incontrastato, il controllo delle attività illecite da parte del clan CUCCARO-APREA, la cui attuale reggenza avrebbe allacciato una serie di alleanze con i clan dei limitrofi quartieri di San Giovanni e di Ponticelli, rispettivamente, con i RINALDI-REALE- SILENZIO e DE LUCA BOSSA-MINICHINI-SCHISA.

La camorra nell’Area Occidentale di Napoli: i clan più potenti

Nella zona occidentale di Napoli, la frammentazione elevata dei gruppi criminali nel territorio – motivo, nel tempo, di continui scontri per aggiudicarsi il controllo delle piazze di spaccio e delle estorsioni – e la perdurante detenzione dei vertici decisionali e degli elementi maggiormente rappresentativi hanno generato una situazione di instabilità e tensioni nell’area. L’ascesa di figure di secondo piano cresciute all’interno dei rispettivi clan sembra aver assicurato, in alcuni casi, la continuità nella gestione delle attività illecite; in altri casi ha dato luogo a nuove formazioni camorristiche, determinate a conquistare spazi di operatività anche a rischio di violenti scontri. In tal senso possono essere letti i sequestri, effettuati nel quartiere di Pianura, di armi e munizioni e la ricomparsa nel territorio di affiliati di rango dotati di un’elevata capacità aggregativa. L’emissione di provvedimenti restrittivi a carico dei clan contrapposti PESCE-MARFELLA e MELE, continuano a erodere fortemente le strutture di entrambe le organizzazioni criminali, anche grazie all’apporto di numerose collaborazioni.

La camorra a Soccavo: i clan più potenti

Nel quartiere Soccavo il clan VIGILIA risulta attualmente affidato a figure di secondo piano per l’assenza di elementi criminali di particolare spessore, mentre nella parte bassa del quartiere, cd. “99”, recenti scarcerazioni hanno determinato una ripresa del contrapposto gruppo SORIANIELLO, dedito principalmente alla gestione delle piazze di spaccio ed al prelievo estorsivo consumato in danno dei commercianti locali.

Anche il Rione Traiano risulta suddiviso tra il clan CUTOLO, attivo nella zona bassa, e il clan PUCCINELLI che, nonostante un significativo indebolimento, permane operativo nella parte alta del rione. Rileva, comunque, il controllo da parte del clan CUTOLO (alleato con i SORIANIELLO di Soccavo) di ricche piazze di spaccio per la vendita degli stupefacenti anche su alcune zone della parte alta del rione, sebbene sia stato colpito da numerosi arresti e collaborazioni eccellenti.

Nelle aree di Bagnoli, Agnano e Cavalleggeri d’Aosta, la quasi totale assenza di elementi appartenenti agli storici clan D’AUSILIO e SORPRENDENTE – in conseguenza della dissoluzione per gli arresti e le pesanti condanne subite dagli affiliati – ha permesso la ripresa del gruppo ESPOSITO, attivo prevalentemente nel quartiere di Bagnoli.

La camorra a Fuorigrotta: i clan più potenti

A Fuorigrotta il controllo delle piazze di droga e del racket dei parcheggi resta appannaggio dei gruppi IADONISI (con roccaforte nel rione Lauro) e CESI, che alternano alleanze a momenti di conflittualità. Area Provinciale Nella provincia di Napoli è confermata la presenza di sodalizi ben strutturati – ne sono esempio le famiglie MOCCIA e MALLARDO – che, nonostante la detenzione degli esponenti apicali e di molte figure di spicco, mantengono una capacità pervasiva nel tessuto economico ed amministrativo delle realtà locali, potendo contare su radici storiche consolidate. Anche nel periodo in esame sono emerse, infatti, le ingerenze nel funzionamento degli enti locali e delle pubbliche amministrazioni, come nel caso del Comune di Sant’Antimo, dove si è insediata una commissione di accesso per verificare il condizionamento dell’Ente da parte della criminalità organizzata.In tale contesto, le attività estorsive si confermano ancora come lo strumento privilegiato per l’affermazione nel territorio.

La camorra nell’Area Flegrea di Napoli: i clan più potenti

Nell’area flegrea, che include i comuni di Pozzuoli e di Quarto, il sodalizio BENEDUCE-LONGOBARDI, sebbene registri la detenzione degli elementi apicali e di un nutrito numero di affiliati, tuttavia mostra ancora vitalità attraverso l’azione di alcuni esponenti di spicco che continuano a gestire le attività illecite nel territorio, con tentativi di riorganizzazione promossi da nuove leve.

Quest’ultima ipotesi ha trovato conferma in un’indagine dei Carabinieri, che il 3 dicembre 2019 hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due pregiudicati, affiliati al clan LONGOBARDI-BENEDUCE, attivi in una serie di estorsioni realizzate avvalendosi, ovviamente, delle modalità mafiose. Nello stesso contesto, un evento che ha destato un forte clamore mediatico è rappresentato dai festeggiamenti con fuochi d’artificio organizzati a Monteruscello, il 31 ottobre 2019, per la scarcerazione di due affiliati ai citati LONGOBARDI-BENEDUCE, che hanno visto un’ampia partecipazione popolare, attratta anche dell’esibizione di un cantante neomelodico.

Tale episodio fa emergere ancora una volta quelle ambiguità relazionali che da alcuni decenni intercorrono tra la criminalità organizzata e il genere cd. neomelodico, troppo spesso (e non solo in territorio campano) facile cassa di risonanza dei disvalori sociali tipici della camorra, dove la musica diventa un potente strumento di comunicazione che accompagna l’omaggio reverenziale al boss detenuto o appena tornato in libertà o al latitante. Una sorta di applicazione, in chiave moderna, della locuzione latina panem et circenses: è l’evidente e inconfutabile dimostrazione che parte della comunità risulta sottomessa alla presenza criminale, in particolare verso soggetti che, seppur detenuti (anche da lunghi anni ed in regime differenziato) detengono ancora saldamente potere all’esterno, esteriorizzato con strategie demagogiche.

La camorra a Bacoli e Monte di Procida: i clan più potenti

A Bacoli e Monte di Procida risulta attiva l’organizzazione criminale PARIANTE, che fa capo al figlio del capostipite e a suo zio paterno, dedita ad attività estorsive e allo spaccio di stupefacenti. Napoli Provincia Settentrionale Acerra, Afragola, Arzano, Caivano, Cardito, Casalnuovo, Casandrino, Casavatore, Casoria, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano in Campania, Grumo Nevano, Marano di Napoli, Melito, Mugnano di Napoli, Qualiano, Sant’Antimo, Villaricca, Volla.

Le dinamiche criminali della provincia a Nord di Napoli presentano, da parte di alcuni sodalizi, relazioni molto strette e una condivisione di strategie con gruppi del capoluogo partenopeo e con la limitrofa provincia di Caserta. Gli storici clan, seppur significativamente indeboliti dagli arresti, sembrano ancora in grado di imporre la loro presenza nel territorio, in special modo quelli che, grazie ad una gestione monopolistica delle attività illecite, anche attraverso gruppi collegati, hanno costruito uno saldo potere economico, come le famiglie MALLARDO, MOCCIA e POLVERINO.

La vocazione imprenditoriale delle organizzazioni camorristiche locali le fa assurgere a soggetto interlocutore di frange deviate della pubblica amministrazione, come conferma il dato relativo ai comuni dell’area sciolti per mafia e sottoposti a gestioni commissariali. A ulteriore riprova della vulnerabilità delle amministrazioni pubbliche nel contesto provinciale napoletano, si segnala lo scioglimento del Consiglio comunale di Sant’Antimo, intervenuto il 19 marzo 2020 (nel corso della stesura del presente documento e di cui si dirà più diffusamente nella prossima Relazione semestrale) per condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

 

La camorra a Melito e Mugnano di Napoli: i clan più potenti

A Melito e Mugnano di Napoli permane l’asfissiante presenza del clan AMATO-PAGANO, che continua a mantenere il monopolio del traffico di stupefacenti ed il controllo militare del territorio attraverso l’imposizione delle estorsioni, sebbene i suoi vertici siano detenuti e sottoposti al regime di cui all’art. 41 bis O.P. Due omicidi del mese di settembre 2019 potrebbero essere segnale di un tentativo di riposizionamento degli AMATO-PAGANO verso i quartieri cittadini di Secondigliano e Scampia, nel proposito di riconquistare i vecchi territori di influenza.

Il citato sodalizio estende la sua influenza anche in parte del comune di Casavatore e ad Arzano dove, tramite il gruppo cd. “quelli della 167 di Arzano”, ha assunto il controllo del traffico e dello spaccio di stupefacenti, mentre affiliati al clan MOCCIA, ancora presenti in alcuni rioni in misura residuale, si dedicano alle estorsioni. Arzano è anche uno dei Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa nel 2019. Il clan MOCCIA rappresenta uno degli storici sodalizi che per decenni ha dominato la scena criminale della provincia settentrionale di Napoli, imponendo il proprio potere anche tramite articolazioni dotate di autonomia operativa, nei territori di Afragola, Caivano, Casoria, Cardito, Frattamaggiore e Arzano, con qualificatissime proiezioni in altre regioni, prima fra tutte il Lazio e la Capitale.

L’attuale distribuzione nel territorio provinciale dei gruppi della galassia criminale mocciana – ciascuno, come detto, dotato di una certa autonomia – registra una progressiva assenza di quasi tutti gli elementi apicali liberi, compresi quei soggetti emergenti risultati comunque riconducibili, per estrazione criminale, al clan MOCCIA che, qualificandosi nel territorio come i nuovi referenti di Afragola, consumano attività illecite, per lo più estorsioni670. L’operazione del 10 dicembre 2019, che ha portato all’arresto di 18 soggetti per associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzioni di armi, ha descritto l’operatività del gruppo TORTORA che, sui territori di Casoria ed Afragola, aveva assunto la gestione delle estorsioni e della cassa comune del clan MOCCIA attraverso l’imposizione capillare del pizzo sulle attività commerciali ed imprenditoriali.

Il gruppo predisponeva le liste (rinvenute nel corso degli arresti) degli esercizi commerciali o delle attività imprenditoriali da sottoporre a estorsione, programmando così una vera e propria campagna di riscossione delle tangenti anche nel periodo natalizio, attraverso un nutrito numero di referenti, puntualmente rimpiazzati in caso di arresto.

La camorra a Crispano: i clan più potenti

A Crispano, comune limitrofo ad Afragola, si conferma il ruolo egemonico del clan CENNAMO nella gestione delle attività illecite. Nei Comuni di Cardito, Carditello, Frattamaggiore, Frattaminore opera il clan PEZZELLA, storico referente nel territorio dei MOCCIA, alleato al sodalizio CICCARELLI-SAUTTO di Caivano. In quest’ultimo centro, in particolare al Parco Verde, un ruolo di assoluta supremazia è ricoperto da un esponente della famiglia SAUTTO, subentrato alla guida del sodalizio a seguito dell’arresto del fondatore e reggente del gruppo CICCARELLI.

La camorra a Caivano: i clan più potenti

Una conferma delle dinamiche criminali a Caivano e dell’attuale vertice del sodalizio si è avuta il 12 novembre 2019 quando i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico del citato reggente e di molti affiliati al clan CICCARELLI-SAUTTO per associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata, illecita concorrenza e armi. Le indagini, che si sono avvalse anche del contributo di collaboratori di giustizia, hanno fatto luce sull’operatività del citato sodalizio nel menzionato Parco Verde di Caivano.

Un sodalizio con le caratteristiche tipiche di un’associazione camorristica, in ragione del vincolo gerarchico, della stabile suddivisione dei ruoli, del fatto che fosse assicurato uno stipendio agli associati ed alle famiglie dei detenuti, per il controllo del territorio e delle piazze di spaccio, per la gestione di una “cassa comune”, per la disponibilità di armi e per l’assoggettamento delle vittime tramite pestaggi e le intimidazioni punitive nei confronti dei riottosi.

La camorra a Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano: i clan più potenti

Il contesto criminale dei Comuni di Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano è rimasto sostanzialmente immutato rispetto al semestre precedente, con la presenza del clan PUCA, che agisce in stretto rapporto con gli altri due sodalizi camorristici VERDE e RANUCCI, orientando le attività criminali prevalentemente alle estorsioni, allo spaccio di stupefacenti e al controllo degli appalti pubblici.  Lo stato di detenzione dei vertici dei citati sodalizi ha dato spazio a figure di secondo piano che, tuttavia, mantengono il controllo del territorio anche attraverso un’intensa attività estorsiva. Sull’area si registra la presenza, per quanto residuale, anche di gruppi minori, come la famiglia MARRAZZO di Casandrino, dedita allo spaccio di stupefacenti.

La vulnerabilità degli enti locali alle infiltrazioni della criminalità organizzata ha trovato l’ennesima, recente conferma nel Comune di S. Antimo, sottoposto, il 9 maggio 2019, ad accesso ispettivo e sciolto per 18 mesi, il 16 marzo 2020, dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, per l’accertato condizionamento da parte delle locali organizzazioni criminali.

La camorra a Giugliano in Campania: i clan più potenti

Nel comune di Giugliano in Campania si conferma la presenza egemonica del clan MALLARDO, uno dei gruppi che fanno parte della cd. ALLEANZA DI SECONDIGLIANO, unitamente ai sodalizi CONTINI e LICCIARDI. I MALLARDO rappresentano una delle famiglie camorristiche più influenti del panorama criminale campano, un’organizzazione solida ed unitaria che detiene, da decenni, la supremazia degli affari illeciti nel territorio. Il forte potere economico e la capacità rigenerativa degli organici hanno garantito al clan la sopravvivenza nel territorio, nonostante la costante pressione giudiziaria.

Il sodalizio, inoltre, si è mostrato capace, grazie ad una rete di professionisti compiacenti e di imprenditori, di gestire reti imprenditoriali non solo nell’ambito comunale ma anche in altre regioni, operando grossi investimenti per occultare l’ingente patrimonio accumulato. Al riguardo il 12 luglio 2019, nel prosieguo dell’operazione “Omphalos”, la Guardia di finanza ha eseguito una confisca nei confronti di un imprenditore napoletano, ritenuto anello di congiunzione degli interessi economici di almeno tre clan napoletani, MALLARDO, DI LAURO e PUCA.


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Il provvedimento ha riguardato beni mobili e immobili, del valore di circa 300 milioni di euro, sparsi in diverse province italiane (Bologna, Ravenna, Napoli, Caserta, Benevento, Latina e Sassari).Il clan, forte del prestigio acquisito nel tempo, continua a mantiene solidi legami familiari con i CONTINI, i LICCIARDI e i BOSTI nella città di Napoli e ottime relazioni e con le famiglie NUVOLETTA, POLVERINO e ORLANDO di Marano di Napoli, con i clan camorristici operanti nel Comune di Villaricca e, tramite suoi referenti, anche a Qualiano, dove operano i gruppi satelliti D’ALTERIO-PIANESE e DE ROSA. Inoltre, è in rapporti di reciproca funzionalità con il clan dei CASALESI e, in particolare, con il clan BIDOGNETTI, fino a realizzare un cartello con i LICCIARDI e i CASALESI, chiamato convenzionalmente gruppo misto.

Al riguardo, il 5 novembre 2019 i Carabinieri hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto di un esponente di spicco del clan MALLARDO e della sua convivente, ritenuti responsabili di estorsione e usura con l’aggravante del metodo mafioso. L’uomo, originario del Rione Don Guanella di Napoli ed esponente storico dell’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO, oltre a curare gli interessi economici del clan, risulta tra gli esponenti di vertice proprio del citato cartello criminale denominato gruppo misto, costituito nell’area del litorale domitio, tra le province di Napoli e Caserta, composto – come detto – dai clan MALLARDO, LICCIARDI e CASALESI-fazione BIDOGNETTI.

La camorra a Marano di Napoli: i clan più potenti

A Marano di Napoli, la leadership criminale rimane appannaggio delle storiche consorterie camorristiche POLVERINO, NUVOLETTA e ORLANDO che, nonostante i numerosi arresti di esponenti di vertice e affiliati, hanno mostrato vitalità nel rigenerarsi e nel mantenere il controllo e la gestione delle attività illecite, consolidando le proprie risorse finanziarie attraverso gli investimenti in territori nazionali e oltreconfine, tramite molteplici attività imprenditoriali. Ne danno conferma tre provvedimenti restrittivi emessi dal GIP del Tribunale di Napoli il 12 settembre 2019, il 20 novembre 2019 e il 22 novembre 2019, eseguiti dai Carabinieri nei confronti di elementi di vertice e affiliati delle famiglie ORLANDO-NUVOLETTA-POLVERINO.

Le indagini hanno fatto luce sulla capacità del clan di gestire la lunga latitanza del boss del clan ORLANDO, le relazioni del sodalizio con i trafficanti internazionali per l’importazione dalla Spagna di ingenti quantità di stupefacenti del tipo hashish e grosse quantità di TLE, nonché le spiccate capacità imprenditoriali nel reinvestire i proventi illeciti in operazioni immobiliari nel territorio iberico. Oltre a Marano di Napoli il cartello criminale, tramite le sue componenti, estende la sua influenza anche nel comune di Quarto e nel quartiere Vomero di Napoli, avvalendosi di imprenditori affiliati che si sono occupati di reinvestire in attività commerciali i proventi dei due gruppi criminali NUVOLETTA e POLVERINO.

Al pari degli altri storici sodalizi dell’area, anche i clan ORLANDO-NUVOLETTA-POLVERINO si sono confermati abili nell’infiltrarsi e nel condizionare le attività degli Enti locali, avvalendosi della forza di intimidazione propria del vincolo associativo e attraverso l’azione collusiva di amministratori affiliati al clan. Ad Acerra l’omicidio del capo e fondatore del gruppo AVVENTURATO, avvenuto il 19 dicembre 2019, segue di qualche mese quello di un esponente apicale del clan MARINIELLO, avvenuto il 17 febbraio 2019. Si tratta di gravissimi fatti di sangue che danno conto di una situazione magmatica, foriera di futuri sviluppi negli assetti criminali nel territorio.

Gli equilibri che modulavano la coesistenza dei gruppi DI BUONO, GRANATA e AVVENTURATO, alla luce dei citati omicidi eccellenti, sembrano essersi alterati per l’assenza di elementi apicali delle consorterie criminali e la conseguente mancanza di azioni contenitive, sia nei confronti di giovani leve con propositi di affermazione, sia di gruppi, con mire espansionistiche, provenienti dai territori confinanti. Le predette famiglie criminali sono dedite, ad Acerra, prevalentemente nelle estorsioni e nello spaccio di sostanze stupefacenti.

La camorra a Volla e Casalnuovo: i clan più potenti

Nei Comuni di Volla e Casalnuovo è presente, in posizione egemonica, il clan VENERUSO-REA, connotato da una forte propensione imprenditoriale che gli consente di gestire, in regime monopolistico, tutte le attività illecite che vanno dalla vendita di sostanze stupefacenti (affidata anche soggetti non affiliati ma comunque obbligati a versare una quota-parte), alle estorsioni, al controllo degli appalti pubblici e delle commesse private.



La camorra nell’area vesuviana di Napoli: i clan più potenti

Nell’area vesuviana non si registrano significativi mutamenti della geografia criminale. Permane la leadership del clan FABBROCINO nelle aree di Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano e San Gennaro Vesuviano, nonostante la morte (avvenuta per cause naturali) dello storico capoclan, nel mese di aprile 2019. Nel territorio il sodalizio si avvale di elementi di elevato spessore criminale che si occuperebbero del riciclaggio di denaro, della gestione delle estorsioni e di altre attività illecite collegate.

In tale ambito, il 29 novembre 2019 la DIA ha eseguito, nei confronti di un elemento di spicco del clan FABBROCINO, già condannato per associazione di tipo mafioso, un decreto di sequestro che ha riguardato beni immobili e rapporti finanziari e polizze vita, per un valore di oltre un milione di euro. Il citato sodalizio mantiene relazioni con il clan CAVA di Quindici, compagine quest’ultima che, attraverso la famiglia SANGERMANO, è operativa anche nei comuni di Pomigliano d’Arco, San Vitaliano, Scisciano, Cicciano, Roccarainola e, tramite propri referenti, è presente a Terzigno.

In quest’ultimo comune è presente anche la famiglia di narcotrafficanti SCARPA, componente interna al clan GALLO di Torre Annunziata, con relazioni anche con il gruppo GIUGLIANO, operativo a Poggiomarino e Striano. Nel comune di Sant’Anastasia permane l’operatività dei gruppi ANASTASIO e PERILLO, che si dividono le attività illecite. Nel territorio si segnalano anche presenze collegate al disciolto clan SARNO di Ponticelli (che, come noto, quando era in auge vantava proiezioni in molti comuni vesuviani). Il 17 luglio 2019 i Carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro di beni, per oltre 2 milioni di euro, nei confronti di due soggetti, esponenti di spiccoproprio del disciolto clan SARNO, intestatari di un’azienda casearia e di una concessionaria di autovetture di pregio, frutto del reimpiego dei capitali accumulati dal sodalizio.

La camorra a Somma Vesuviana: i clan più potenti

A Somma Vesuviana l’assenza di consorterie di spessore ha favorito le proiezioni dei clan più strutturati della zona orientale di Napoli, attraverso gruppi locali: il gruppo DE BERNARDO, referente nel territorio per conto del clan MAZZARELLA, e la famiglia D’ATRI, sostenuta dai clan CUCCARO e RINALDI-APREA-MINICHINI-DE LUCA BOSSA. Una contrapposizione permane anche nel comune di Marigliano tra un gruppo legato al clan MAZZARELLA, i cd. “Mariglianesi”, con ramificazioni anche in altri comuni, e l’antagonista gruppo dei cd. “Paesani”, guidato da un pregiudicato locale, legato al citato cartello RINALDI-APREA-MINICHINI-DE LUCA BOSSA.

La camorra a Cercola e Pomigliano d’Arco: i clan più potenti

Anche i territori di Cercola e Pomigliano d’Arco risentono dell’influenza di alcuni clan partenopei (DE LUCA BOSSA-MINICHINI-APREA-CUCCARO), ai quali sono collegati gruppi locali che gestiscono le estorsioni e lo spaccio di stupefacenti. Nei restanti Comuni della provincia orientale non si rilevano profondi mutamenti nel panorama criminale, con il sodalizio ARLISTICO-TERRACCIANO a Pollena Trocchia e il clan REGA a Brusciano, che gestiscono le attività illecite nei rispettivi territori. Napoli Provincia Meridionale San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, San Sebastiano al Vesuvio, Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Pompei, Castellammare di Stabia, Sant’Antonio Abate, Pimonte, Agerola, Penisola Sorrentina. Casola di Napoli, Lettere.

Nella parte meridionale della provincia di Napoli permane il pressante controllo del territorio da parte delle organizzazioni criminali locali, tra le quali figurano alcuni tra i gruppi più importanti del panorama delinquenziale campano. In questa area sussiste un elevato numero di sodalizi apparentemente più stabili rispetto a quei gruppi che, nel capoluogo partenopeo, si formano e si dissolvono rapidamente.

La camorra a San Giorgio a Cremano: i clan più potenti

A San Giorgio a Cremano, la famiglia LUONGO, con l’appoggio dei clan napoletani D’AMICO e MAZZARELLA di San Giovanni a Teduccio, ha approfittato della debolezza militare e di leadership dei clan ABATE e TROIA e ha assunto una posizione egemone nel territorio nel gestire le estorsioni e il traffico di stupefacenti, esercitando una pressione criminale su tutto il comprensorio cittadino. Le mire espansionistiche del gruppo LUONGO, che dopo l’arresto del suo fondatore è retto da esponenti del clan MAZZARELLA-D’AMICO, si sono orientate verso il comune di Portici dove, sfruttando la debolezza del locale clan VOLLARO (fiaccato dall’arresto di esponenti di vertice e affiliati709), ha occupato il territorio anche attraverso una violenta epurazione degli avversari.

La camorra a San Sebastiano al Vesuvio e Ercolano: i clan più potenti

Nel comune di San Sebastiano al Vesuvio non emergono segnali di un’evoluzione degli equilibri criminali, risultando stabili il clan PISCOPO e soggetti legati agli ARLISTICO-TERRACCIANO. A Ercolano, i sodalizi ASCIONE-PAPALE e i BIRRA-IACOMINO, dopo una cruenta contrapposizione per il controllo e la supremazia nel territorio, non risultano al momento indeboliti a causa delle lunghe pene detentive alle quali sono sottoposti vertici e affiliati storici. L’attuale contesto, limitativo della loro piena operatività, è affidato a giovani leve in attesa di scarcerazioni eccellenti che possano riprendere la guida dei clan. In tale ambito criminale, il 22 ottobre 2019 la DIA ha eseguito, nelle province di Prato e Pistoia, un decreto di confisca di beni nei confronti di un soggetto contiguo al clan BIRRA-IACOMINO di Ercolano, da tempo trasferitosi in Toscana unitamente al suo nucleo familiare, i cui membri sono stati anch’essi destinatari del provvedimento ablativo.

La camorra a Torre del Greco e Torre Annunziata: i clan più potenti

Analogamente, a Torre del Greco, l’indebolimento operativo del clan FALANGA ha determinato l’emersione di piccoli gruppi locali, che si sono suddivisi varie piazze di spaccio. Nel territorio di Torre Annunziata non si rilevano particolari variazioni negli assetti criminali rispetto al precedente semestre, con la presenza operativa dei clan contrapposti GIONTA e GALLO-cavalieri che, nonostante una contrazione degli organici, continuano a occupare una posizione di rilievo sull’area nella gestione delle piazze di spaccio, anche con l’apporto dei gruppi collegati716 e di nuove aggregazioni che operano con una discreta autonomia.

Alla minore incidenza, rispetto al passato, dei citati clan nel territorio cittadino, potrebbero essere ricondotti diversi episodi intimidatori, compiuti con ordigni artigianali o con l’esplosione di colpi d’arma da fuoco. Nel tempo, l’asfissiante presenza dei clan nel territorio e la spiccata vocazione al narcotraffico, anche internazionale, ha fortemente arricchito l’organizzazione, cui sono stati comunque inferti duri colpi sotto il profilo patrimoniale. Il 17 ottobre 2019, la DIA ha eseguito un decreto di sequestro che ha riguardato beni, del valore stimato di 1,5 milioni di euro, nella disponibilità di una donna, esponente di vertice del clan GALLO, già convivente del capoclan.


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Le indagini e gli accertamenti patrimoniali hanno evidenziato la consistente sproporzione fra la capacità reddituale della donna e le effettive disponibilità patrimoniali e finanziarie a lei riconducibili. L’operatività del clan GIONTA nel traffico internazionale di stupefacenti è emersa, invece, nell’indagine “Carthago” della Guardia di finanza720 che, il 18 novembre 2019, ha disarticolato un sodalizio dedito al traffico internaziona le di sostanze stupefacenti, composto da un narcotrafficante della camorra contiguo al clan GIONTA, da appartenenti alla malavita cerignolana e da trafficanti marocchini. Il citato narcotrafficante rappresentava l’elemento di raccordo tra i gruppi pugliesi e i nordafricani, organizzando l’importazione di ingenti quantitativi di hashish e cocaina dal Marocco e dalla Spagna, da destinare alle piazze di spaccio campane, pugliesi, lucane e trentine.

La camorra a Boscotrecase e Trecase: i clan più potenti

A Boscotrecase e Trecase è operativo il clan GALLOLIMELLIVANGONE, con proiezioni anche a Boscoreale721, comune quest’ultimo dove permane la presenza dei sodalizi locali ANNUNZIATA-AQUINO, VISCIANO e PESACANE.

La camorra a Castellammare di Stabia: i clan più potenti

A Castellammare di Stabia permane l’operatività del clan D’ALESSANDRO, la cui roccaforte è da individuarsi nel quartiere collinare di Scanzano e la cui incidenza nel territorio, nonostante la costante l’azione di contrasto degli ultimi anni, risulta ancora significativa, anche grazie all’apporto di gruppi satelliti, quali la famiglia IMPARATO, che gestisce le piazze di spaccio nel Rione Savorito. Il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti e la gestione delle estorsioni in danno di esercizi commerciali e di imprese sono i settori illeciti tipicamente gestiti dal clan, ai quali si affianca il forte interesse verso il settore delle onoranze funebri nell’area stabiese.

È quanto emerso da un’inchiesta conclusa il 25 ottobre 2019 dai Carabinieri, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone riconducibili alla famiglia imprenditoriale CESARANO, responsabili di trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed intestazione fittizia di denaro, reati aggravati dall’aver favorito il clan D’ALESSANDRO.

Contestualmente è stato disposto anche il sequestro di beni riconducibili a due società della famiglia CESARANO, per un valore di circa 7,5 milioni di euro. Le indagini hanno documentato come il capostipite della famiglia CESARANO, sebbene ufficialmente non facente parte della società di famiglia, abbia gestito “in maniera monopolistica” il settore delle onoranze funebri nel territorio di Castellammare di Stabia, avvalendosi del sostegno e della protezione del clan D’ALESSANDRO, esautorando sia le ditte locali sia quelle provenienti da altri comuni.

Negli ultimi anni, infatti, la gestione monopolistica delle attività funebri da parte di aziende riconducibili al contesto citato si è oltremodo ampliata, dando luogo all’emissione di numerose interdittive antimafia da parte delle Prefetture di Napoli, Caserta, Salerno e Latina. Nell’area stabiese permane la presenza consolidata del clan CESARANO, originario del rione Ponte Persica, che controlla le attività criminali nel confinante comune di Pompei e, tramite solide alleanze con i sodalizi locali, è attiva anche nel comune salernitano di Scafati. Nel corso degli anni, il clan CESARANO ha curato relazioni con diversi sodalizi della Campania, condividendo le attività illecite e il reciproco sostegno economico e militare.

Una conferma è emersa nell’ordinanza di custodia cautelare, eseguita il 12 novembre 2019 dalla Guardia di finanza nei confronti di capi e gregari del clan per associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico di stupefacenti. Le indagini hanno documentato come il clan CESARANO, per la riscossione delle estorsioni si fosse avvalso anche di soggetti affiliati ai salernitani PECORARORENNA, mentre, per l’approvvigionamento di droga avesse rapporti anche con elementi del clan napoletano CONTINI. S

i segnalano, inoltre, gli esiti dell’operazione “Friends”, del 20 novembre 2019, meglio descritta nel paragrafo dedicato alla provincia di Foggia, che ha documentato le relazioni tra il clan CESARANO e i PAPA-RICCI di Lucera, per il rifornimento di sostanze stupefacenti. A Gragnano e Pimonte, la gestione delle attività criminali è curata dal gruppo DI MARTINO, sodalizio strutturato a composizione familiare, dedito al traffico e allo spaccio di marijuana, coltivata nei terreni demaniali dei Monti Lattari, con interessi anche nelle aree circostanti soprattutto nel settore delle estorsioni.

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