Cronaca

Centro Ester Barra, la protesta: “Chiusi da un anno, senza stipendio e terapie”

NAPOLI. Il Centro Ester è una delle strutture, se non la struttura, più completa e famosa di Barra, quartiere della periferia orientale di Napoli. Qui si praticano vari sport, dal calcio al tennis, e si organizzano diversi eventi, dedicati a bambini, giovani e meno giovani. Inoltre, il Centro Ester ospita un centro di analisi mediche e terapie riabilitative che rappresenta un punto di riferimento per molti residenti della zona.

Nonostante ciò, il Centro Ester di Barra è chiuso ormai da un anno, dopo le numerosissime difficoltà affrontate nel corso degli ultimi lustri. La chiusura ha comportato la mancanza di terapie per più di 300 bambini che vi si recavano per vari motivi. Ma la situazione comporta anche una situazione molto difficile per i lavoratori, con 70 famiglie senza stipendio.

 

I fatti e le proteste

 

Oggi è in programma l’esecuzione di sfratto da parte dell’ufficiale giudiziario mentre i manifestanti hanno palesato tutta la loro insoddisfazione ieri a Napoli: «è passato un anno da quando si sono fermate le attività – affermano i dipendenti – L’Associazione è titolare di un accreditamento con la Regione Campania per oltre 2.000.000 di euro all’anno per fare riabilitazione in una zona periferica della città, a favore soprattutto di chi non può permettersi di pagare le terapie private. Ma nonostante l’Asl, sebbene con qualche ritardo, abbia regolarmente pagato, in tutti questi anni l’Associazione è riuscita ad accumulare un deficit che sfiora i 16 milioni di euro».

L’amministrazione del Centro Ester di Barra è sempre stata nelle mani della famiglia Russo: don Adolfo, vicario episcopale della Diocesi di Napoli; suor Rosanna, ex madre generale dell’Istituto delle Povere Figlie della Visitazione per trent’anni e Gino. Come riporta Il Mattino, una parte del debito di cui sopra riguarda i dipendenti che, con circa trenta mensilità non percepite, hanno deciso a novembre 2016 di interrompere le prestazioni.

«Mentre nell’Istituto di suore delle Povere Figlie delle Visitazione, proprietario di tutte le strutture del Centro Ester e vittima anch’esso della famiglia Russo, il Papa ha dovuto addirittura inviare un commissario apostolico per mettere ordine – dicono i dipendenti – l’Associazione è “laica” e non risponde alla Chiesa. L’Associazione, però, dovrebbe rispondere a istituzioni come la Prefettura, l’Asl e la Regione, visto che gestiva soldi pubblici, ma finora nessuna di queste istituzioni ha mosso un dito se non per far intervenire, tardivamente, la magistratura che sta indagando». La soluzione potrebbe quindi chiamarsi Uk International Trading Ltd, una società che ha sede a Londra, ma con due soci entrambi napoletani.

«Ma come è possibile che un’Associazione che si fregia di essere una onlus, cioè di non avere scopo di lucro, decida di tenere in ostaggio per mero interesse economico così tante persone sfruttando la titolarità di un accreditamento regionale che richiederebbe un rapporto fiduciario tra la Asl e il soggetto accreditato? Perché la Regione e la Asl non prendono atto che tutte le strutture e i locali dove si svolgono le attività sanitarie sono di proprietà dell’Istituto delle Povere Figlie della Visitazione, che non ne vuole più sapere né dell’Associazione né di chi l’ha gestita?», così i dipendenti in protesta.

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