Cronaca

Pianura, la sfida del parroco anticamorra: “Smaschero i pusher con il megafono”

Borrelli: "Sui social circolano messaggi di morte, pieno sostegno a chi ha il coraggio di denunciare"

La sfida del parroco anticamorra, Don Coluccia che è tornato a Pianura con un’intenzione ben chiara: “Smaschero i pusher con il megafono”. Secondo quanto riportato dal Mattino, sarebbero circolati nelle ultime ore messaggi di morte in direzione dell’uomo.

Pianura, la sfida del parroco anticamorra

È tornato a Pianura con un megafono e con parole belle forti che a qualcuno non sono scese. 

“Liberiamo Pianura dalle piazze di spaccio, da coloro che assoggettano i territori, queste organizzazioni di male, la camorra che ruba la speranza, che uccide, che ammazza, che non ha rispetto per la vita, che non la valorizza, difendiamo questa terra, amiamo questa terra che appartiene a tutti, in nome di questo Dio che è padre di tutti. Denunciate, segnalate. L’omertà è un tumore sociale”, queste le parole di don Antonio Coluccia agli abitanti del quartiere flegreo nel corso della manifestazione contro la violenza della criminalità organizzata.

Il parroco finito sotto scorta

Il parroco era finito sotto scorta per le sue battaglie contro boss e spacciatori ma non si è mai perso d’animo e torna a lanciare una sfida: armato di megafono, si è recato in via Artemisia Gentileschi dove è attiva una delle principali piazze di spaccio dell’area e, da qui, ha esortato la popolazione a reagire e, soprattutto, a denunciare.

I messaggi di morte

Purtroppo a qualcuno non è andato giù e sono stati scritti sui social messaggi di morte in sua direzione. A sostegno dell’uomo è intervenuti il consigliere regione di Europa Verdi, Francesco Emilio Borrelli: “Pieno sostegno a Don Coluccia e a tutti coloro che non abbassano la testa. Quello della camorra è uno scenario a cui ci si abitua solo se si decide di mettere la testa sotto la sabbia. Venerdì saremo nuovamente in piazza a fianco dei cittadini di Pianura per manifestare contro la camorra e le criminalità che stanno dilaniando il quartiere. Saremo qui per gridare assieme ai cittadini la nostra rabbia. Ma la rabbia dovrà restare sempre viva, una fiamma che non dovrà mai spegnersi, dovrà essere il fuoco con cui bruciare una vergogna che ci perseguita da decenni. Le nostre grida non dovranno mai fermarsi perché la morte di Andrea Covelli non è il problema, non è la causa ma la conseguenza di un fenomeno che fa notizia solo quando si spara. La camorra è viva e vegeta quando è silente, perché è allora che prospera e fa affari d’oro”.

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